L'Arcipelago di La maddalena a cura di Alessandro BELLOTTO |
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...Ad ogni buon conto, il mio intento per ora non era tanto quello di scoprire le intenzioni di Nelson, quanto quelle di soddisfare la mia curiosità di turista. Il mattino seguente, di buonora, scesi lungo il molo e osservi da vicino le varie imbarcazioni e la gente intenta al loro lavoro, sopratutto a riparare le reti da pesca; accanto, alcune gondole di servizio della Marina Sarda, con le quali esercitava il controllo e la salvaguardia delle coste, erano in attesa degli equipaggi. Più in là, alcune ceste di pesce allineate sul molo, attirarono la mia attenzione: saraghi, scorfani, alcune boghe e un paio di cernie, tutti freschissimi e appena giunti dalla pesca notturna; di lì poco lontano, un isolano seduto a cassetta nel proprio carro ricolmo di granaglie, era in procinto di partire, gli chiesi quale fosse la sua destinazione e, qualora fosse, se poteva condurmi verso Caprera... A questo punto del mio racconto devo rassicurare il lettore che l'aver richiamato in causa Agostino MILLELIRE, che gli isolani chiamavano confidenzialmente “Gustignà”, mi serviva per introdurre un argomento storico di rilevante significato, sopratutto per tutto ciò che avrebbe significato se le cose fossero andate secondo i disegni del grande Ammiraglio. Ma andiamo con ordine: Il mattino seguente Agostino ricevette la visita del Contrammiraglio sir Richard Bickerton, tra i pochi a parlava italiano, il quale presentò le proprie credenziali e porse al governatore gli omaggi di Nelson, con l'invito di quest'ultimo di recarsi a bordo. Ovviamente, a tali preamboli, seguirono anche le richieste per le quali estesero un dettagliato elenco. Dunque: la squadra navale era giunta nell'Arcipelago attraverso le Bocche di Bonifacio, proveniente dal golfo di Tolone, dove Nelson aveva lasciato alcune sue fregate a sorvegliare la flotta francese. E qui, è giusto descrivere un appunto riportato nel giornale di bordo e scritto di pugno dallo stesso Nelson..."Dall'Asinara a quell'ancoraggio, con il vento che soffiava da Longo Sardo - scriveva Nelson - fummo costretti a manovrare la Victory per ogni piede di percorso sotto le vele di gabbia con due mani di terzaroli". Era evidente una cosa, che la sosta aveva anche un'altro scopo oltre che per gli approvvigionamenti quanto mai necessari. Era infatti nelle intenzioni di Nelson, vedere e conoscere di persona l'Arcipelago e di fatto, presa conoscenza diretta delle coste e dei venti, paventava l'idea di stabilire in codesto sito una base per la sua squadra navale. Bisogna altresì precisare che l'intenzione di far visita a La Maddalena, da parte dell'eroe di Abukir, era già stata preannunciata o quanto meno palesemente lasciata intendere dal Capitano Ryves, durante una delle tante visite che egli fece a suo tempo al comandante MILLELIRE. Naturalmente, a seguito di ciò, fu inviato un adeguato rapporto diretto al governatore di Sassari..." può darsi il caso che il prelodato signor ammiraglio Nelson possa anch'egli fare qualche toccata in questi carrugi ". Il solerte Agostino di certo con questa missiva mise in allerta chi di dovere e di seguito proseguiva con solerzia ..." onde dandosi il caso che ciò succedesse, e mettesse piede a terra, desidererei gli ordini di V.E. se ami che si saluti e con quanti tiri ". Ma per quanto fossero state solerti le sue richieste, egli non ricevette alcuna risposta in merito; semmai fu lui a ricevere di co' tanti onori da parte degli inglesi... "e ben nove spari di cannone". Agostino era si il Comandante dell'isola, ma è pur vero che egli, dopotutto, era un modesto subalterno e tale accoglimento da parte di Nelson, forse fu solo un deterrente per ingraziarsi le autorità locali, dopo tutto, era lui che aveva bisogno di assistenza. Comunque sia, per tutte e otto le soste che la squadra inglese fece nell'Arcipelago, l'Ammiraglio non scese mai a terra; quelli che invece scesero abbastanza spesso in franchigia furono i marinai e gli ufficiali, sopratutto per questi ultimi, che si recavano spesso a caccia nella Gallura. Tutto questo, ovviamente, procurò non pochi problemi, ivi compresa l'insofferenza dei pastori Galluresi. Purtroppo il comportamento non sempre disciplinato degli equipaggi si manifestò nella quasi quotidianità dei casi e questo, fu la causa di non pochi incidenti; oltre modo è risaputo quanto gli inglesi mal sopportino l'uso degli alcolici, e, a tal proposito, questo costrinse il Comandante dell'isola ad emettere un ordine del giorno, secondo cui ne proibiva la vendita..."ieri mattina, per richiesta da parte dell'anzilodato ammiraglio Nelson ho dovuto ordinare a questi abitanti, sotto la pena di rigoroso castigo di non vendere fuori della popolazione, e molto meno nel litorale della Gallura, vini rosolio, acquavite ed altre cose simili ". Va comunque tenuto presente che, all'epoca, la presenza di un così congruo numero di navi, raggruppava un insieme di perlomeno quattro - cinquemila uomini al che, in raffronto alla popolazione Maddalenina che assommava a circa 1500 abitanti, creava un divario fin troppo evidente. Si può quindi ben comprendere quali difficoltà vi potessero insorgere. Basta pensare che la sola Victory allineava mediamente un equipaggio di oltre 750 uomini. Tutto questo però, non minò mai i sentimenti palesemente dimostrati dal MILLELIRE nei confronti degli inglesi, in particolare modo verso Nelson. Ciò nonostante, pur mantenendo un decoroso distacco dovuto alla neutralità, tale situazione, non fu immune dal suscitare non poche rimostranze da parte dei francesi, dovendo questi ultimi, per ovvie ragioni, disertare le acque dell'Arcipelago e servirsi in dello scalo di Longosardo. La prima sosta delle squadra inglese durò poco più di una settimana, infatti una volta trasbordato le derrate alimentari, Nelson levò le ancore dalla rada di Mezzoschifo e si diresse in alto mare; prima di salpare però, inviò una lettera al viceré tramite Agostino MILLELIRE, dove evidenziava i suoi ringraziamenti e il suo rammarico, per non poter fare molto per allontanare i barbareschi. Così Agostino, nell'informare tempestivamente i suoi superiori dell'avvenuta partenza della flotta inglese, così scriveva..." L'anzinominato ammiraglio, un momento prima di sciogliere la vela, ha avuto la bontà di scrivermi una lettera di cui in sostanza gliene trasmetto copia con l'unita altra lettera a V.E. e nella suddetta diretta a me v'ho trovato inviloppata una medaglia d'oro contenente il di lui ritratto e la vittoria riportata al Nilo ". e ancora aggiungeva: ..."Traduzione, ossia sugo di una lettera scritta in idioma inglese dal duca di Bronte Lord Horatio Nelson" ..."Essendomi destinato alla partenza dalle acque della Maddalena mi fò piacere d'assicurarlo che sono molto sensibile alla grandi attenzioni ed accoglimenti sinceri ricevuti in questo ancoraggio. Mi obbliga inoltre a far passare l'acclusa a S.E. il signor viceré esprimente i buoni e miei sinceri sentimenti a tal riguardo. Mi spiace che non è a mio potere l'allontanar i barbareschi dalla crociera del suo comando alla Maddalena e che possi augurarli pace e rifiorimento come spero agli abitanti che in onore suo hanno dimostrato tutta l'assistenza possibile". Tutti signore i sentimenti della mia gratitudine e rispetto.
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