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Vascelli da guerra a cura di Alessandro BELLOTTO
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Nuovi venti di guerra Purtroppo verso la fine del 1663, l'ombra di un nuovo conflitto si profilava all'orizzonte. Le due fazioni, quella del potere dei grandi mercanti da una parte e quella del potere economico dall'altra, erano sostenute da pareri diversi cioè a dire: era meglio commerciare in pace in simbiosi con gli olandesi o, semmai, era più redditizio conquistare un vantaggio di più larga scala attraverso una vittoria militare decisiva? Naturalmente, tra queste due contrapposizioni vi era di mezzo la Marina, che non vedeva l'ora di dimostrare quanto erano eccelse le sue potenzialità, confrontandosi ancora una volta con i rivali di sempre. Ma cosa c'era dietro a tutto questo... non certo il traffico delle spezie con le Indie orientali o il mercato ittico. No! Dietro a questa apparenza vi erano le estensioni del Nuovo mondo e le coste occidentali dell'Africa. Perciò, dal sommo scettro del potere, attraverso i suoi addentellati, la politica escogitò un mezzo che permettesse loro di soverchiare gli olandesi estromettendoli dai loro possedimenti e strappando loro le ricchezze che ne ricavavano, spingendoli verso un nuovo conflitto. Così, sua maestà Carlo II°, concesse al Duca di York un vasto territorio dell'America del nord che si estendeva dalla baia del Delaware sino al Connecticut, il che comprendeva, oltre agli insediamenti inglesi, anche gran parte del territorio che i coloni olandesi avevano conquistato e che giustamente rivendicavano. Il Duca di York quindi, in qualità di Grandammiraglio della Marina, nel maggio del 1664, inviò una spedizione navale intesa a prendere possesso dei nuovi territori. Ma per poter realizzare tale progetto, le schiere che egli predispose, dovevano essere particolarmente agguerrite e pronte ad ogni evenienza, oltremodo convinte di infliggere agli olandesi residenti, un'ulteriore umiliazione. Ma al colmo della verità, stanchi di combattere contro le tribù dei pellerossa, pur di vivere in pace, i coloni non badarono a chi fosse il nuovo proprietario e senza sparare un sol colpo di fucile, consegnarono la città di Nuova Amsterdam agli inglesi che subito la ribattezzarono col nome di New York. Ma in Olanda, questo nuovo sopruso da parte dell'aristocrazia inglese, presupponeva un chiaro invito alla belligeranza, per di più, gli inglesi già si stavano muovendo per disseminare nuovi disordini nella sponda tropicale dell'Africa, proprio là dove gli olandesi sin dal lontano 1626, ricavavano lucrosi guadagni, sia dal traffico dell'avorio e dell'oro e sia dalla tratta degli schiavi. Ma come avvenne che gli inglesi si incunearono in quella remota terra? E' presto detto: sempre per mezzo della politica. Avvenne quindi, che un gruppo di opulenti signori, nel 1662, fondarono "la reale compagnia d'Africa" ma per salvaguardare le apparenze, essa venne registrata come una associazione privata che era stata costituita a solo scopo di commercializzare pacificamente. Dietro a questa facciata però, si nascondeva il Duca di York e ad esso erano associati il principe Rupert, cugino del re e Grandammiraglio di Marina e con essi, altri ufficiali di alto rango della Marina, ed un numero imprecisato di grossi mercanti, fornitori della Marina. Ora: ciò premesso, in cambio del patrocinio reale concesso a tale congrega, il re, avrebbe ricevuto i 2/3 di tutto l'oro che la compagnia avrebbe trafugato verso il patrio suolo inglese. Ma il vero scopo di tutta la manovra, profitti a parte, era quello che tale compagnia, con le sue azioni, avrebbe dovuto provocare gli olandesi sino a spingerli a dichiararle guerra e così facendo, avrebbero scagionato il re da tale responsabilità. Nei cinque anni di tregua che seguirono al trattato di pace firmato a Westminster, l'Olanda si era rimessa in piedi, riavviando pian piano i commerci e rafforzando il suo naviglio. Ora poteva contare su una flotta da guerra di 135 vascelli e più di ventimila addetti, ed inoltre, la flotta mercantile contava più di 1000 unità attrezzate parzialmente anche per il combattimento. Insomma era a ritornata ad essere quella potenza marittima e commerciale di un tempo.
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