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Vascelli da guerra a cura di Alessandro BELLOTTO
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Le scorribande di Robert Holmes Per rafforzare l'azione che la Reale compagnia d'Africa doveva esercitare sugli olandesi e indurli a dichiarare guerra all'Inghilterra, nel Novembre del 1663, dalle rive delle proprie sponde salpò una fregata di 40 cannoni, il cui nome stampato sulla poppa estrema era "Jersy". Era una sola singola nave a far parte di una singolare spedizione messa in atto da uno dei patrocinatori della famigerata compagnia, William Coventry, il quale redisse gli ordini che lui stesso definì "piuttosto azzardati" e che consegnò direttamente e personalmente nelle mani del suo capitano, Robert Holmes, anglo irlandese. Costui... e di certo non lo si poteva considerare da meno, era una sorta di avventuriero senza scrupoli, dedito più che altro alle avventure piratesche quindi: molto adatto al tipo di azione che doveva svolgere sulla costa d'oro d'Africa a danno degli ignari olandesi. Naturalmente, l'alta parte della dirigenza ne era perfettamente a conoscenza e tacitamente lasciarono che il loro Capitano, assolvesse agli incarichi che gli erano stati affidati. I suoi ordini erano semplici: doveva salvaguardare con qualunque mezzo gli interessi della Reale compagnia, ed era perciò autorizzato ad ammazzare catturare o distruggere chiunque vi si opponesse e, semmai, rispedire in Patria eventuali prede. Le sue azioni dovevano svolgersi esclusivamente lungo la costa della Guinea olandese. Egli però non attese di arrivare sulla costa e, contravvenendo agli ordini, attaccò e si impadronì di una nave olandese da 300 Tonnellate che incrociò nelle vicinanze delle isole di capo Verde, che si trovano a più di 600 Miglia a nord ovest della costa d'Oro, meta della sua missione. Ancora non soddisfatto si avvicinò all'isola di Goree e cannoneggiò il forte, ben sapendo che tale insediamento rappresentata il quartiere generale olandese lungo la costa.
... a tal proposito non va dimenticato che per gli olandesi questo insediamento, l'sola di Geree, era il punto di partenza delle navi che facevano la tratta degli schiavi. Da questi lidi sono transitati milioni di africani schiavi che venivano deportati nelle Americhe sino al 1848, anno in cui venne abolita la schiavitù. L'isola, oggi, è dichiarata patrimonio dell'UNESCO, e si può visitare la "Maison des Esclaves."
La sua azione fu talmente precisa e fulminea che, con somma sorpresa, dopo una insignificante difesa, il forte si arrese. Dopo questa prima impresa, Holmes, continuò a disseminare misfatti lungo la costa e ad attaccare gli insediamenti fortificati che gli olandesi avevano eretto a difesa contro gli indigeni, riportando anche qui un successo dopo l'altro e si impossessò dei loro proventi, senza crearsi alcuno scrupolo. Arrivò persino ad inventarsi delle storie inverosimili che giustificassero le sue azioni e così, continuò abbordando navi olandesi facendole proprie, dove vi installava i propri uomini, arruolando forzatamente i marinai catturati. Nel giro di pochi mesi era divenuto padrone di una piccola flotta di altre quattro navi, con le quali continuò a fare le sue scorribande. Decise poi di attaccare il forte di Cape Coast e il Castello di El Mina, dislocati sulla costa a pochi Km. l'uno dall'altro. Queste piccole guarnigioni fortificate servivano a salvaguardare gli insediamenti distribuiti verso l'interno. Detto fatto, dapprima schierò le sue navi il linea di fila e cominciò a cannoneggiare il forte di Cape Coast, ma i fondali troppo bassi non gli consentirono di avvicinarsi più di tanto, ciò non gli permetteva di avere un tiro abbastanza efficace; decise allora di sbarcare alcuni cannoni dalla sua nave e, messo assieme uno sparuto esercito formato dai suoi uomini e da alcuni fuggiaschi e vagabondi e, non da poco, anche da un gruppo di indigeni al seguito di un capo tribù (un certo John Cabissa favorevole agli inglesi) e tentò l'assalto al forte anche dall'entro terra. Al colmo della fortuna, dopo una difesa debole e inconsistente, il forte cadde. Holmes considerò tale sito un importante punto strategico, così decise di rinforzare la guarnigione con una cinquantina dei suoi addentellati, che dovevano ottemperare alla a salvaguardare gli interessi della corona durante la sua assenza. A questo punto, pensando di aver assolto al suo compito primario ed essendo a corto di uomini di cui poteva fidarsi, desistette dall'attaccare il forte di El Mina e fece vela per l'Inghilterra. ... il castello di El Mina era uno dei tanti punti fortificati siti nella costa d'Oro, dove l'ignominia dell'uomo bianco, che per acclamazione si definiva civile, radunava e vendeva gli schiavi che catturava selvaggiamente nell'interno. In questo luogo gli schiavi, dopo aver camminato per centinaia di Km. venivano ingrassati prima di essere esposti per la vendita. Però, al suo ritorno in Patria, Holmes, fu arrestato con l'accusa di essere andato oltre agli ordini che aveva ricevuto, sobillando ai danni degli ignari olandesi e trafugando grandi quantità di oro, zanne di elefante e quant'altro e di averne trafugato una parte del bottino per sé. Detto fatto fu gettato nella Torre di Londra. All'uopo, fintanto che il piano architettato dalla Reale compagnia non fosse andato in porto, ovvero che l'Olanda a causa dei soprusi che aveva subito, dichiarasse guerra all'Inghilterra, Holmes doveva essere ritenuto l'unico e assoluto responsabile di ciò che era successo, scagionando il re da eventuali accuse. Naturalmente, la sopra citata compagnia si guardò bene dal restituire il maltolto agli olandesi. Quando la notizia delle sconfitte subite in Africa, unita all'invasione da parte dei britannici nel territorio del nord dell'America, giunsero in Europa, ebbero una ripercussione tale che gli Stati Generali, mobilitarono la Marina da Guerra. Subito un convoglio olandese composto di 8 navi, al comando dell'Ammiraglio Mighiel de Ruyter partì alla volta dell'Africa per riconquistare le postazioni perdute per mano di Holmes e ristabilire i commerci. Il 22 Febbraio del 1665, con grande soddisfazione da parte di Carlo II°, i Paesi Bassi dichiararono guerra all'Inghilterra... quindi: tutto si svolse secondo i piani; Robert Holmes fu rimesso in libertà e gli fu affidato il comando della "Revenge" da 52 cannoni. Samuel Pepys scrisse nel suo diario: "la guerra è cominciata... speriamo che Dio sia con noi."
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