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Vascelli da guerra a cura di Alessandro BELLOTTO
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Lo scontro navale del 1652
Questo Quel giorno, Blake, uscì di buon mattino dalla baia di Rye con una forza composta solamente da 12 vascelli e si diresse verso nord-est. Era un mattino uggioso e permeato da un vento teso che proveniva dalla medesima direzione e che rendeva la navigazione piuttosto difficoltosa, ciò nonostante, Blake, decise di continuare su quella rotta. Aveva avuto sentore della presenza olandese nel canale della Manica perciò era sua intenzione intercettare il convoglio. Non va dimenticato che anche allora esistevano le spie. Certamente questa attività segreta era condotta a dei livelli minori rispetto a tempi a venire, ma comunque, aveva la sua utilità. Trump dunque, alla vista degli inglesi, diede ordine alla flotta, composta da ben 42 vascelli, di far rotta verso Calais, ma improvvisamente cambiò idea e decise si andare incontro alla flotta inglese, favorito anche dal vento favorevole che soffiava alle sue spalle. Tutto, in quel frangente, faceva presagire quel che di lì a poco si sarebbe scatenato l'inferno. Inutile sottolineare la disparità numerica a scapito della flotta inglese che peraltro, poteva contare su dei vascelli più potenti e meglio armati, tuttavia, la battaglia scoppiò quasi all'improvviso. A tal proposito, ancora oggi non ci è dato di sapere chi fu il primo dei due contendenti a dare l'ordine di aprire il fuoco. Entrambi gli ammiragli, a tempo debito, finirono con l'accusarsi vicendevolmente, ma non ci sono prove concrete su chi veramente fu il primo ad aprire le belligeranze. La storia su questo punto è piuttosto imprecisa; quello che però importa, è quel che sappiamo dal punto di vista strettamente legato a quella battaglia, che da subito entrò nel vivo delle ostilità e si prolungò per diverse ore sino al calar della sera. Un un attento osservatore potrebbe asserire che fu una battaglia diretta all'insegna di una grande mischia più che altro confusa e infatti: entrambe le compagini navali, non seguirono una tattica navale precisa che mettesse in atto una qualche strategia. No! Ciascuna nave seguì un proprio istinto di combattimento. Quello che invece si evidenziò durante lo svolgersi delle azioni, fu la tecnica che ciascuna delle due fazioni contrappose all'altra, cioè a dire: la flotta inglese nelle sue fiancate cercava di colpire le navi avversarie mirando al bagnasciuga, in modo da poterle affondare subitaneamente, sennonché, i proiettili sparati a pelo d'acqua spesso rimbalzavano colpendo le fiancate e, nonostante gli squarci prodotti, nessuna nave affondò, anche perché i carpentieri furono rapidi nelle riparazioni. Di contro, le navi olandesi sparavano verso l'alto con palle incatenate nel tentativo di disalberare le navi avversarie per impedire loro di manovrare e non solo, ma con tutti i detriti che cadevano sul ponte di coperta, arrecare in maggior danno agli uomini intenti a combattere. Intanto nel fragore della battaglia, tra il fumo denso delle polveri, il sibilo del vento e dei proiettili, l'assordante vociare degli ufficiali che impartivano ordini, si confondeva con i lamenti dei feriti e i giubili esaltanti, che ad ogni balzo di vittoria, esaltava gli uomini a confrontarsi gli uni contro gli altri: con le picche, con le asce, coi moschetti e in quel bailame di pennoni spezzati, di manovre ridotte a brandelli e vele squarciate, la confusione regnava sovrana. Alcune navi si scontrarono e gli arrembaggi si susseguirono confusi, mentre sotto coperta, una triste realtà si svolgeva in tutto il suo dramma. I chirurghi si adoperavano solerti ad amputare arti e a dare soccorso ai feriti nei limiti delle loro possibilità, senza sosta né riguardi nei confronti di nessuno in una corsa angosciosa contro il tempo. Una cosa però va sottolineata ed è, che in questo groviglio di uomini disperati, di cavi e di schegge, i ragazzini correvano per dare il loro apporto portando le cariche di polvere e distribuire i proiettili. Giovani vite gettate nello sbaraglio e che nessuno mai avrebbe poi ricordato che fossero esistite e tutto ciò, come sempre, faceva parte della follia umana. Sembra che i primi colpi che dettero
l'avvio alla battaglia, fossero di semplice avvertimento, sparati del
vascello "James" da 48 cannoni al Comando del Capitano Gilson, che
combatteva sotto le insegne di Blake. Colpi rivolti alla flotta olandese
perché non aveva rispettato, come di dovere e in base a gli Atti di
Navigazione del 1651 divulgati da
Dopo alcune ore di frenetico combattimento, la flotta inglese fu rinforzata dall'arrivo di una piccola flottiglia composta da nove unità e provenienti dai Downs, capitanate dal maggiore Bourne che, sospinte dal vento favorevole di nord-est, raggiunsero rapidamente il luogo della battaglia. I Downs, a quei tempi, rappresentano una sorta di rada situata a poco più di 12 miglia a est di Brighton, sulla costa est del Kent, proprio nella parte meridionale del mare del nord sul canale della Manica, ed era una località dove si radunavano le navi che pattugliavano il mare del nord. Con l'arrivo di Bourne, le cose volsero al meglio, poiché piombarono alle spalle di Trump costringendo la flotta olandese a combattere su due fronti. Col sopraggiungere della notte, inevitabilmente, i combattimenti cessarono, d'altro canto era impossibile combattere al buio. Alcune volte lo era persino di giorno e questo accadeva allor quando le fiancate si susseguivano così ravvicinate nei tempi, che le navi erano avvolte da un fumo così denso, tanto da non distinguere più nulla. Dunque, approfittando del buio, gli olandesi si ritirarono verso le coste francesi e in questa ritirata strategica, lasciarono alle loro spalle due vascelli: il "St. Laurens" da 30 cannoni al comando del Capitano Bastiaan Tuynemans e il "St. Maria" da 37 cannoni, al comando del capitano Sipke Fockes, entrambi disalberati e quindi impossibilitati a governare, che furono prontamente catturati dagli inglesi come prede di guerra. Ma la sorte, per questi due vascelli, decretò due fini diversi: il "St. Laurens" fu rimorchiato in Inghilterra, mentre il "St. Maria" venne abbandonato a se stesso poiché era letteralmente crivellato di colpi che di lì a poco sarebbe colato a picco. L'ironia fu che il mattino seguente, lo scafo di quest'ultimo era ancora a galla e gli olandesi lo recuperarono assieme all'equipaggio. Anche l'Ammiraglia di Blake, il vascello "James" da 60 cannoni, fu gravemente danneggiato dalle innumerevoli bordate, oltre 70 colpi furono inflitti al solo scafo, mentre l'albero di mezzana era caduto a mare, ma durante la notte i carpentieri di bordo superarono se stessi e rimisero la nave in condizioni di poter combattere nuovamente. Gli Inglesi si attribuirono la vittoria, ciò non di meno, gli olandesi la considerarono una sorta di mancata vittoria, giacché non vi fu una vera e propria supremazia da parte inglese. Dopo tutto nessuna nave venne affondata. Si può dire che il solo fatto di rilievo, fu che il comandante olandese del "St, Laurens", forse per ripicca per essere stato vilmente lasciato in balia del nemico, si accinse ad ammettere che fu Trump e non Blake, ad aprire per primo le ostilità. Ma dalla dinamica dei fatti esaminata più tardi, risultò che probabilmente il Capitano Tuynemans, data la sua posizione piuttosto defilata rispetto la flotta olandese, non poteva asserire con certezza ciò che poteva aver visto.
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