I
Vascelli da guerra a cura di Alessandro BELLOTTO
|
||||
Il
primo Vascello da guerra
Intanto siamo alle soglie del 1607, ed un
certo Phineas Pett, (foto
03) un costruttore
navale inglese, sottopose al Primo Lord dell’Ammiragliato, un nuovo e
insolito progetto di nave da guerra. Quello che rendeva diversa questa
nave da tutte le altre, erano le dimensioni e il fatto di poter disporre
di un ulteriore ponte coperto, che ne aumentasse l’armamento portandolo a
tre i ponti di batterie. Naturalmente tutta la struttura della nave era
diversa, a cominciare dal numero di madieri, cioè delle ordinate, che all’apparenza poteva
sembrare eccessivo, ma che in realtà serviva a sopportare nel migliore
dei modi le sollecitazioni
statiche e dinamiche dovute al soprannumero dei cannoni ed inoltre,
l’aumento del peso totale della nave, ne aumentava il pescaggio, che a sua
volta conferiva una maggiore stabilità della stessa sotto l’impatto del
rinculo dei cannoni stessi. Il primo Lord dal canto suo si dimostrò molto
interessato al progetto, tanto da sottoporlo subito all’attenzione della
corona. Anche Giacomo I° ne fu entusiasta, quel tanto che lo indusse ad
assegnare
a Pett l’incarico di costruire il nuovo "Vascello".
I lavori si svolsero presso i cantieri reali di Woolwich sul Tamigi, ma la costruzione della nave si articolò tra polemiche e intrighi di Corte, accompagnate da ogni tipo di malignità; qualcuno andava farfugliando persino che l’impudenza e l’incapacità di Pett gli sarebbe costata la testa. Qualche altro maligno arrivò persino ad accusare il costruttore di aver usato del legno non abbastanza stagionato e non solo, ma che il prezzo di 20.000 sterline era un vero furto ai danni della corona. Naturalmente, tutto questo mugugnare provocò l’intervento del re, ma alla fine, ascoltati i testimoni e le ragioni di Pett, il re decise di riconfermargli la fiducia, cosicché la nave, alla quale fu imposto il nome di Prince Royal, (foto04) fu ultimata e varata nel 1610 e fu un successo. Oramai i tempi erano maturi per accettare la potenzialità che derivava da un Vascello come il Prince Royal, non solo perché era la più grande nave di quel tempo ma, soprattutto, perché si stava apprezzando l’importanza di una propria autonomia come deterrente militare, qualità sino ad allora attribuita alle sole forze terrestri.
Dunque il Prince
Royal si rivelò un ottimo Vascello che abbracciava pienamente le congetture di sir
Hawkins sulle nuove tecniche di combattimento navale, e, oltre ad
ostentare una certa potenza nei confronti degli avversari, come
tale, diventasse un simbolo della supremazia Inglese. Alla luce di questa nuova realtà marinara che dava un significativo lustro al Paese, al pari, anche l’ambizione cresceva nell’animo di chi si trovava a gestire questo nuovo simbolo di potenza. Il re Carlo I, sovrano di quell’Inghilterra assolutista intransigente e quanto mai intenzionato a soverchiare chiunque si ponesse innanzi ai suoi intenti, orbene, questo re, ostinato e arrogante, cattivo consigliere di sé stesso che soleva imporre le sue volontà in quanto privilegio derivante da un diritto divino, volle anch’egli possedere una nuova nave da guerra di proporzione decisamente ancora più grandi. Così si rivolse come il suo predecessore, ai Pett, padre e figlio, commissionando loro un nuovo vascello che esprimesse ancor di più la potenza inglese e forse, storicamente, fu proprio quello l’inizio che si sarebbe poi tradotto in una realtà futura. Carlo I° diede senz’altro un forte contributo alla creazione di una marina da guerra molto potente. In poco più di un decennio egli fece costruire una cinquantina di navi che costituirono la prima vera flotta governativa. Il Sovereign of the Seas (foto 05) di 1500 Tonnellate, in un certo senso fu il capostipite; questo bastimento venne varato nel 1637 ed era un vascello di primo rango, lungo 70 mt. con 104 cannoni distribuiti in tre ponti di batterie, più quello di coperta, che per poterlo manovrare con destrezza, occorrevano non meno di 800 uomini, un gigante potente e riccamente decorato che costò all’erario oltre 40.000 sterline. Una somma pazzesca per l’epoca, che suscitò non poche perplessità e controversie nel parlamento, specie dopo che il re, di sua iniziativa, introdusse una nuova tassa per sovvenzionare la navi, la “Ship money”, ( una sorta di nuova gabella per allestire le navi) tassa che estese a tutte le contee innalzandola a livelli senza precedenti e tutto ciò, senza tenere nel ben che minino conto due aspetti di importanza vitale ovvero: che sicuramente gli equipaggi dovevano essere pagati e non da ultimo, il re, non tenne nel dovuto conto che in parlamento vi erano nuovi membri, uomini molto potenti e determinati, poco inclini ad accettare l’assolutismo regio degli Stuart. L’antico diritto divino veniva posto in discussione dalla nuova concezione costituzionale del governo stesso. La reazione del sovrano fu quella inconsulta di sciogliere il Parlamento e questo, causò una definitiva rottura che portò le due opposte fazioni a combattersi.
La guerra civile dilagò nel paese e vide i Cavalieri, fedeli
al re, opporsi ai puritani chiamati anche “Teste Rotonde” perché non
portavano parrucche e si tagliavano i capelli, i quali erano spinti da un
eccessivo rigore morale in contrasto con la chiesa d’Inghilterra e col
potere politico in materia di fede. Un fervente attivista di questa nuova
dottrina fu proprio, Oliver Cromwell, che ne difese il carattere
libertario e che divenne così il nemico giurato del re. Dopo sette anni di scontri, le forze realiste del re vennero definitivamente sconfitte e Carlo I° venne ritenuto colpevole di aver mosso guerra contro il popolo e per questo, fu condannato a morte per alto tradimento. Venne impiccato nella piazza antistante la “casa dei banchetti”.
Cromwell
divenne il nuovo Lord protettore della Repubblica e resse le redini del
Parlamento e di fatto,
stabilì una sorta di dittatura militare. Uno dei suoi primi atti,
nel 1651, fu la rettifica dell’atto di navigazione che doveva rafforzare
la potenza mercantile inglese. Questo atto causò la prima guerra navale
contro l’Olanda, ma contribuì anche a rafforzare il consolidamento
della Marina da Guerra inglese, che durante gli scontri interni si era schierata con
il
Parlamento. Cromwell dispose pertanto un sostanzioso sostentamento
economico a favore della Marina, la maggior parte del quale, fu di fatto
impiegato per rafforzare la flotta e infatti, nel successivo decennio,
quest'ultima si arricchì di altri Vascelli, oltre 200, ivi compreso il
Naseby,
(foto
06) nave ammiraglia di
Cromwell da 80 cannoni.
Fu
inoltre disposto
un salario di ben 20 scellini al
mese per i marinai. Una somma considerevole per l’epoca e non solo, si
cercò il più possibile che la paga arrivasse con regolarità. In
proposito và sicuramente ricordato un singolare episodio:
Robert
Blake,
Comandante della flotta inglese durante la prima guerra contro
l’Olanda, che raccomandò a Cromwell che per quanto i rifornimenti
arrivassero abbastanza puntuali, bisognava che con essi arrivasse anche
della birra, previo lo spettro di una potenziale sconfitta. Per quanto nel corso dei secoli il Vascello sia stato una prodigiosa evoluzione del galeone ed abbia subito delle modifiche strutturali per adattarlo a più idonee e quanto mai nuove esigenze operative, esso ha costituito un singolare fulcro e un importante deterrente quale accentratore del potere marittimo, oltre che un simbolo di potenza. Ai tempi d’oggi questi bastimenti hanno lasciato il posto a delle unità da guerra di ben altro spessore e tecnologia...i moderni incrociatori, e l'Ufficiale che vi è posto in comando, ha conservato il privilegio di un grado adeguatamente legato al fascino esaltante dei tempi della vela: il Capitano di Vascello (foto 07).
|
|