I leggendari Clipper  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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I costruttori

   Agli inizi degli anni 50, alla luce dei fatti, si verificò un evento quasi prevedibile. Molti armatori, appena se ne presentava l’occasione, dirottarono i loro Clipper dalla rotta per la Cina alle rotte più redditizie della California; questo provocò a New York  una vera e propria esplosione di cantieri. Nel decennio che seguì, i Clipper, furono costruiti ad un ritmo sempre più incalzante e la richiesta della manodopera raddoppiò, triplicò. In quel periodo erano oltre 10.000 le maestranze che presero parte ai lavori di cantieristica per poter far fronte alle innumerevoli richieste che si accumulavano sulle scrivanie degli uffici tecnici dei costruttori. Uno di questi fu Donald McKay (foto 10). Quest’uomo, che negli anni a venire si sarebbe affermato come uno dei costruttori più autorevoli,  proveniva dalla Nuova Scozia, a soli 16 anni, nel 1826, riuscì a portare con estrema facilità una goletta di piccolo cabotaggio da Halifax a New York.

   Proprio in questa sede vi era un importante cantiere navale  allora  diretto da  Isaac  Webb,  soprannominato “il padre dei costruttori navali”, e dove, McKay, fu assunto come manovale. Ben presto Webb si accorse che il giovane Donald, oltre a dimostrare volontà  e apprendimento, aveva un intuito di rilievo, così lo prese sotto la sua ala e gli insegnò il mestiere i tutti i suoi dettagli. Qualche anno dopo, McKey, dopo aver onorato il contratto con Webb, fu assunto da un’altro costruttore come maestro d’ascia. Nel frattempo, conobbe la donna che più tardi sarebbe divenuta sua moglie Albenia, anch’essa proveniente da una famiglia di costruttori newyorkesi. Oltre al vero sentimento che animava il giovane immigrato, fu per lui una fortuna conoscerla, la donna infatti sin da giovane partecipava assiduamente all’attività del cantiere, ed era diventata abile quanto i fratelli nella progettistica di natanti, oltremodo, era anche molto istruita e insegnò al marito l’algebra e la trigonometria, tanto da affinare al meglio le già intuitive capacità. Successivamente Mckey si trasferì nel Massachusetts dove fu assunto in un modesto cantiere come capo squadra e dove poté mettere in luce le sue capacità, al punto, che un mercante bostoniano  gli propose di impiantargli un cantiere tutto suo. Finalmente Mckey poteva costruire il suo primo clipper mettendo a buon profitto le idee che aveva discusso a suo tempo col giovane Griffiths. 

   Il varo dello Stag Hound, considerato il bastimento più grande dell’epoca, segnò l’inizio della sua parabola. Ottenuto un certo successo, Donald si fece raggiungere dalla moglie dai figli e chiamò i suoi cinque fratelli dalla Nuova Scozia, perché lo aiutassero nella fervente attività del cantiere. Mckey era abile nel dirigere e nel controllare tutto e fu uno dei primi ad impiegare le nuove tecnologie; fece installare un argano a vapore per il sollevamento delle grosse travi di quercia e per la messa in opera delle pesanti ordinate; ordinò persino una sega a vapore sostituendo quelle vecchie da boscaiolo, e tutto questo, oltre ad accelerare notevolmente i tempi di lavorazione ne migliorava il rendimento. Si occupava personalmente della scelta del legname e, soprattutto, osservava che il taglio delle piante fosse effettuato nel giusto periodo dell’anno. Controllava persino i bagni in cui veniva immerso il legno per preservarlo dai tarli; seguiva da vicino la giusta piegatura del fasciame di murata, della giusta sovrapposizione dei bagli, della calafatura della tolda e così via. Insomma, poteva considerarsi un eclettico perfezionista e non un semplice artigiano come lui stesso amava definirsi. Il fatto era che Mckey sapeva far sue le idee di uomini come Griffiths o come Net Palmer, affinando e plasmando i progetti migliori con intelligenza e perizia costruttiva.

 

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