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"U-boot"  i battelli del mare sommerso

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

 

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Le navi civetta

 

     L'Ammiragliato inglese dal canto suo, per fronteggiare questa ondata di sventura provocata da una lotta così impari, pensò di affrontare i lupi grigi con un'idea che all'apparenza poteva sembrare inverosimile ma che a lungo andare dimostrò, quanto meno, una certa efficacia. Non risolse del tutto il problema legato agli attacchi a sorpresa dei sommergibili tedeschi, ma in un certo qual modo per un certo tempo ne limitò i danni. Questa nuovo metodo di guerriglia era derivato dall'uso delle navi civetta, denominate "Q-ship", una sorta di nave-camaleonte che attirava a sè i sommergibili, poi con una sorprendente rapidità si trasformava in nave da combattimento in grado, data la distanza ravvicinata, di colpire mortalmente l'U-Boot e di affondarlo.  Non era certo facile scovare e colpire un sommergibile che se ne stava sommerso in attesa della sua preda, ma di sicuro, questo nuovo mezzo posto in essere dagli inglesi, secondo una certa logica, dimostrò la sua efficacia. La prima vittima a cedere nelle grinfie delle navi civetta fu l'U-27, che fu cannoneggiato a distanza ravvicinata da una di queste navi civetta la "Baralong" che era accorsa in aiuto di un piroscafo che aveva lanciato l'S.O.S. 

     Le circostanze della sorpresa furono tali che il comandante dell'U-27, il capitano Wegener,  rimase paralizzato riuscendo malapena a sparare un colpo di cannone mentre gli artiglieri della "Baralong" fecero centro prima sulla torretta rendendo l'immersione impossibile e poi centrando ripetutamente lo scafo che affondò inesorabilmente. 

     I servizi di sicurezza inglesi cercarono in tutti i modi che questa prima vittoria, non trapelasse, poiché una notizia del genere di sicuro avrebbe messo sull'avviso gli equipaggi degli U-boot, o quantomeno l'Ammiragliato tedesco, che avrebbe preso dei provvedimenti. La notizia invece attraverso la stampa fece il giro del mondo, provocando un'onda di giustificato allarmismo proprio tra i sommergibilisti tedeschi. Per altro, servì ad alimentare l'indignazione che si diffuse in tutta la Germania, opportunamente architettata dalla propaganda, secondo cui i marinai inglesi avevano gettato i componenti del sommergibile vivi nelle caldaie della nave. L'assurdità di queste fandonie, si può ben dire, sembravano davvero esagerate, seppure, cosa non avrebbe fatto l'Alto Comando Tedesco pur di raggiungere il suo scopo. L'uso indiscriminato e senza restrizioni dei sommergibili era il punto di forza di quest'ultimo, ma in netto contrasto con il governo, timoroso di dover render conto delle azione degli U-Boot nel delicato equilibrio delle relazioni diplomatiche... durante e dopo la guerra. Tutto sommato alla base di queste giustificate perplessità c'era il fatto che all'orizzonte si paventava l'ombra degli Stati Uniti, ancora neutrali... ma per quanto ancora ?  La potenzialità industriale di questi ultimi e il notevole deterrente umano di cui poteva disporre, erano argomenti quanto mai da tenete nel debito conto. Ma nel 1916 i politici, malauguratamente, cedettero alle pressione dei militari e dopo un periodo di tregua, gli U-Boot tornarono nuovamente sulla scena andando a caccia nelle acque a ridosso dell'Inghilterra. 

     Le Q-ship dicevamo; erano unità di vario tipo e di vario Tonnellaggio opportunamente camuffate su cui ogni comandante si adoperava con una propria tattica per agganciare gli U-Boot, e in linea di massima ognuna ricalcava l'altra ossia: comunemente l'unità assumeva l'entità di un comunissimo mercantile dall'aspetto un pò trasandato; aspetto che frattanto veniva spessissimo modificato durante l'arco notturno. Ora, non appena si intravedeva all'orizzonte l'approssimarsi di un sommergibile, scattava quella che era definita come la messa in scena del panico che si scatenava a bordo... tutti che correvano affannosamente ad ammainare le lance per sfuggire anzi tempo dal potenziale affondamento, cioè una parte dell'equipaggio, quella camuffata come il finto comandante, che fingeva anch'egli dandosi da fare per mettere in salvo i documenti e lasciando vistosamente intravedere la sua azione. Tutto ciò lasciava presagire, da parte di chi osservava attraverso il periscopio, che non vi fosse nulla di pericoloso e che , tutto sommato, si poteva risolvere con qualche cannonata risparmiando dei preziosi siluri perciò, si avvicinava rapidamente alla preda senza intravederne il pericolo... ebbene: appena questo si verificava, ad un cenno del vero comandante le scialuppe ritornavano verso la propria nave mentre, contemporaneamente, l'unità si trasformava e iniziava a cannoneggiare l'U-Boot. Non sempre le cose andarono per il verso giusto anzi, chi si prestava a questo tipo di azione doveva essere dotato di molto sangue freddo, talune volte infatti il gioco non reggeva e la cosa finiva col ritorcersi contro. 

     Tutto il personale che entrava a far parte del Q-Service, per dovizia dovuta alla segretezza,  non sapeva mai con certezza quando la nave salpava nè la destinazione nè tanto meno si sapeva la rotta che avrebbe seguito, spesso queste unità si confondevano con del naviglio vero e/o facevano la spola tra un porto e l'altro. Quando si trovavano nei porti uscivano in franchigia sempre in borghese come comuni marinai di mercantili mantenendo così la loro falsa identità;  questo per non correre il rischio di essere individuati da eventuali spie. In navigazione quando normalmente stazionavano sui ponti scoperti, erano vestiti rigorosamente con abiti adatti al loro ruolo e non vi erano gerarchie se non sottocoperta, dove la disciplina era piuttosto rigida, data appunto alla pericolosità dell'impresa. 

    Comunque i risultati ci furono, anche se non eccellenti ma di sicuro questo mezzo per gli inglesi costituì quanto di meglio a quei tempi si potesse fare, oltre a salvaguardare i porti proteggendoli con reti metalliche o con delle mine appositamente inserite nei fondali marini,  tra il 1915 e il 1917, le Q-ship, distrussero il 10 % dei sottomarini tedeschi, forse troppo pochi, ma era pur sempre qualcosa.

     Con l'inizio del nuovo anno, 1916, come abbiamo già sottolineato gli U-Boot tornarono sulla scena, infatti l'Alto Comando riuscì a convincere il Kaiser, Guglielmo II°, che con molta probabilità l'America non sarebbe mai entrata in guerra, ottenendo così il consenso a sferrare una nuova offensiva. In quel momento la flotta sottomarina poteva contare su 134 unità, i 2/3 della quale risultava operativa, ragion per cui, il risultato che ne conseguì fu devastante. Sul finire di quell'anno gli inglesi subirono ingenti perdite, oltre 150 unità mercantili per oltre  485.000 Tonnellate, riducendo l'intera economia britannica quasi sul lastrico; se le cose fossero continuate così, l'Inghilterra sarebbe stata costretta a chiedere la pace non oltre l'estate del 1917... e questo è quello che i tedeschi si aspettavano.

     

 

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