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"U-boot"  i battelli del mare sommerso  

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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I primi eroi

 

     Naturalmente se parliamo di fatti bellici sul mare non possiamo non considerare gli eroi di queste gesta, primo fra tutti il tenente di vascello, Otto Weddigen (vedi foto), comandante dell'U-9 destinato a diventare, suo malgrado, un asso germanico dei sottomarini delle prima guerra mondiale.

     Il 4 Agosto del 1914, l'Inghilterra dichiara guerra alla Germania avviandosi così nel conflitto, due giorni più tardi, dieci U-boot lasciarono Hergoland avviandosi così verso la loro missione di guerra. Ma per gli U-Boot, l'inizio non fu molto promettente anzi, a dire il vero la loro prima missione incominciò con dei fallimenti: un primo battello finì su un banco di mine e affondò, un secondo costretto in superficie per un guasto meccanico fu speronato dall'incrociatore leggero britannico, il Birminghan, e affondò. Tuttavia il comando tedesco non si arrese e continuò a sguinzagliare i suoi mastini in cerca della flotta britannica. 

     Intanto la Royal Navy messa in allarme dal loro comandante in capo, Ammiraglio Jhon Jellicoe,  lasciò i propri ancoraggi a Scapa Flow per mettersi al riparo in un fiordo della Scozia,  e stava perciò navigando con il grosso delle sue forze nel mare del Nord. Così ad un mese dalla sua entrata in guerra, l'incrociatore "Pathfinder" venne colto di sorpresa da un siluro lanciato dall'U-Boot di Otto Hersing e colò a picco. Qualche giorno dopo un'altro sommergibile, l'U-9,  di Otto Weddingen,  avvistò altri tre incrociatori corazzati inglesi, "l'Aboukir", "il Cressey", "l'Hogue". Al dunque, Otto Weddingen, decise di sferrare l'attacco, si immerse rapidamente e alternando l'uso del periscopio per non essere avvistato si avvicinò al bersaglio, a poco più di 500 metri lanciò il suo primo siluro... 31 secondi dopo udì una deflagrazione, "l'Aboukir" fu colpito, poco dopo "l'Hogue" si accostò per raccogliere i superstiti ma fu a sua volta raggiunto da due siluri lanciati sempre dall'U-9 di Weddingen; per finire, anche il "Cressey" che si aggirava nelle vicinanze ricevette due siluri e affondò anch'esso rapidamente. Nel breve giro di un'ora Weddingen aveva silurato tre incrociatori per un complessivo di 36.000 Tonnellate, ma aveva anche ucciso 1460 uomini. Certo, il comandante Otto Weddingen poteva andar fiero della sua azione, in realtà, osservando la scena del suo operato dal periscopio, come essere umano,  ne rimase sconvolto. La notizia galvanizzò la Germania e ciascun membro dell'equipaggio fu decorato con la croce di ferro di seconda classe, mentre a Weddingen fu concessa la croce di ferro di prima classe. A tutta questa gloria si contrapponeva l'amarezza di tutta l'Inghilterra,  che improvvisamente si rese conto che questa nuova arma poteva costituire un deterrente molto insidioso da combattere. Un solo sottomarino con un singolo attacco aveva inflitto alla Royal Navy più danni che tutta la potente flotta  della marina tedesca.

     Gli U-Boot non tardarono a farsi risentire e nel successivo mese di Ottobre, l'U-17, affondò un mercantile inglese, "il Glitra", questa volta però rispettando le famose regole del "diritto di preda" e prima di aprire le prese a mare della nave catturata diedero all'equipaggio la possibilità di mettersi in salvo. Fu certamente un fatto cavalleresco, ma che diede alla Germania uno spunto per intraprendere una guerra ad oltranza, in ottemperanza al fatto che l'Inghilterra fu la prima a sovvertire l'ordine delle cose, fermando qualsiasi naviglio, anche il neutrale, sotto la voce "ricercare qualsiasi contrabbando diretto in Germania", ivi compresi anche i carichi di derrate alimentari e non solo, ma che quest'ultima,  sistematicamente, sosteneva un blocco navale nei confronti dei commerci tedeschi verso l'Atlantico. Certamente questa soluzione seguita dalla Gran Bretagna era l'unico mezzo per contrastare la Germania, gioco forza, la Germania impose a modo suo un contro-blocco.

     A tal proposito però bisogna osservare una sostanziale differenza, cioè a dire: se da una parte si sequestrava il solo carico, dall'altra, si sarebbe perduto ogni cosa specie le vite umane. Sta di fatto che il Caiser, Guglielmo II°,  impose una guerra totale, in quanto sosteneva che la guerra sostanzialmente era da ricercarsi nel mare, perciò qualsiasi nave si avvicendasse lungo le coste inglesi sarebbe stata attaccata senza preavviso. Con questa mossa egli sperava di portare l'Inghilterra ad una progressiva chiusura dei suoi rifornimenti per indurla alla resa.

     Da che, le perdite subite in quanto a tonnellaggio,  a partire dal Gennaio del 1915 ammontarono in maniera esponenziale: da 47.000 Tonnellate si passò a 80.000 nel mese di marzo dello stesso anno, e ancora sino a 120.000 nel mese di Maggio per poi salire ancora a quasi 190.000 Tonnellate nel successivo mese di Agosto. Gli U-Boot, ovunque in quelle acque, stavano seminando morte e distruzione dimostrandosi, a dir poco, strumenti  micidiali, e i nuovi eroi senza volto, loro malgrado, continuarono la loro opera intessendo agguati su agguati. 

     Lo stesso anno la nave inglese, "Harpalyce" diretta in America per caricare approvvigionamenti destinati al Belgio, oramai ridotto alla fame, venne silurata nonostante esponesse la croce bianca e portasse dipinte sulle fiancate... soccorsi per il Belgio. Tutto ciò provocò un'onda di sdegno in tutto il mondo, sopratutto nella democratica America che ebbe il suo primo caduto in quanto passeggero del piroscafo di linea inglese, "Falaba". La stampa americana si scatenò definendolo un crimine contro l'umanità. 

   

 

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