Lezione Undicesima a cura di Alessandro BELLOTTO pag. 3 | ||
Riflessioni sulla stabilità e forme
stellate | ||
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Forme
stellate Sono così definite le zone estreme della nave, cioè quella prodiera e quella poppiera, che sono simmetriche ma non sovrapponibili. La forma di queste zone è risultata essere estremamente importante per la navigabilità della nave in quanto, esse stesse, possono influire notevolmente sul rendimento dello scafo immerso. Ai tempi delle navi a vela, per il lontano passato, si pensava che una prora panciuta resistesse al meglio contro i flutti che si infrangevano su di essa. In realtà più tardi ci si rese conto che questo esercitata una alta resistenza all’avanzamento così, con l’evolversi dei tempi e con la sostituzione degli scafi in legno con quelli in ferro, il dritto di prora affilò notevolmente il suo profilo poiché, questa nuova forma, fendeva meglio l’onda creando meno resistenza al moto. Addirittura con gli anni si passò anche ad allungarne la parte inferiore immersa in una sorta di rostro (foto 9) (questo uso però venne utilizzato più per le navi militari), però questa ultima soluzione non trovò molto impiego anche perché erano più gli incidenti che si verificarono che altro, cosicché si eliminarono ritornando alla prora sottile, quasi tagliente. Successivamente però, con l’approfondimento degli studi di idrodinamica, si scoprì che una prora troppo affilata tendeva a non mantenere agevolmente la rotta. Bastava un po’ di mare agitato per doverla correggere continuamente cosicché, modernamente, si è passati alla prora cosiddetta a bulbo, (foto 10) che altri non è che un rigonfiamento prodiero del dritto di prora della carena, il quale, ha lo scopo di modificare la formazione ondosa che la nave genera nel suo moto, in modo da diminuirne la resistenza all’avanzamento e agevolare il mantenimento della rotta. Le altre forme stellate che hanno interessato lo studio della costruzione banale, sono state le zone di poppa. Anche queste nel tempo hanno subito delle trasformazioni. Ad esempio, con l’installazione del nuovo tipo di timone, sospeso semicompensato (foto 11), si è notevolmente cambiata la forma della poppa immersa, rendendola ancor più snella ma, soprattutto, tagliando quasi di netto tutto lo specchio poppiero si è ridotto sensibilmente a resistenza passiva che esercitava l’acqua prima di lasciare lo scafo. Si è passati da una a due eliche o in alcuni casi anche tre, adottando sempre più spesso eliche a passo variabile per aumentare la manovrabilità della nave stessa e cercando, oltremodo, di migliorare il rapporto giri elica e velocità della stessa al fine di migliorarne il rendimento ed eliminare, il più possibile, il fenomeno della cavitazione.
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