Lezione seconda

a cura di Alessandro BELLOTTO

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La navigabilità e le strutture principali  

 

  

Quindi per la sua robustezza, lo scafo abbisogna di strutture longitudinali e trasversali molto robuste che ne costituiscono l’ossatura principale.  

Però, prima di inoltrarci sulla tipologia delle strutture più idonee da adottare per meglio sopperire a tutti gli inconvenienti futuri che la nave incontrerà nella sua vita in mare, bisogna per prima cosa comprendere in quale modo queste strutture si comporteranno quando sono sottoposte a determinate sollecitazioni.

Prendiamo come esempio una barra in ferro (un longherone) se esercitiamo ciclicamente su di esso delle sollecitazione nel senso trasversale ovvero, provocando degli stiramenti e delle compressioni, secondo la "legge del filo di ferro", dopo un certo tempo si osserverà che la sua struttura molecolare  cederà in modo progressivo dalla periferia sino al nocciolo interno, questo perché le fibre esterne rispetto le fibre interne subiscano maggiori sollecitazioni  meccaniche di stiramento e di compressione,  ed è per questo motivo che tendono a cedere prima. 

Osserviamo in figura proprio questo comportamento.

(Fig. 9 bis)

In realtà la legge del filo di ferro non esiste, è solo un esempio empirico per sensibilizzare l'idea su di un fatto, cioè a dire:  che una nave, altri non è che un gigantesco longherone nel quale è inutile irrobustire longitudinalmente anche tutte le strutture al centro, ma solo e in maniera adeguata quelle periferiche, sia longitudinali che trasversali.

 

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