Arcipelago di La maddalena a cura di Alessandro BELLOTTO |
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...I giorni passavano e così le settimane ed io, in questo mese di Febbraio freddo e ventoso, ripensavo con nostalgia alla bella estate che avevo trascorso nell'isola in compagnia di Antonio e alle nostre puntate di pesca, gettando le piccole reti nei fondali blu e curiosando la flora marina nelle trasparenza delle acque, che ne risaltavano i colori, vivi e inverosimili, con i suoi coralli a macchia di leopardo, brulicanti di vita. Ricordavo le lunghe camminate in solitario, tra le piante di ginepro, di mirto e di eriche attorcigliate nella boscaglia. Quanto di più bello non avevo mai visto. Ed ora camminavo frettoloso a ridosso dei muri delle case per ripararmi dal vento incessante, a volte sferzante, a volte più calmo, ma sempre prepotente. In questi giorni così grigi, il sole sembrava disertare la realtà rifugiandosi dietro l'addensarsi dei cumuli stratificati di nubi, a volte grigie, a volte nere e che non lasciavano presagire niente di buono. In questi giorni, strano a dirsi, il fermento era vivo e se ne percepiva l'essenza, che così si rispecchiava nel volto di Agostino; da che la flotta era salpata, quasi da un mese, non se né sapeva più nulla, eppure con la solita solerzia, Agostino, alla parvenza di una qualunque notizia, inviava lettera a Cagliari: "Domenica ultima scorsa ancorò qui, anzi investì nel passaggio della Moneta, un brick inglese venendo in otto giorni da Napoli con dei pieghi pel di lui ammiraglio Nelson, ma senza notizie d'attenzione per la S.V., e con l'aiuto poi di gente e qualche battello della popolazione lo stesso brick si è messo a galla, e ieri sciolse nuovamente la vela dirigendosi all'ovest". Mentre il Millelire scriveva questa lettera, Nelson, l'8 di Marzo si era trasferito con la flotta nella rada di Palmas, a ridosso dell'isola di Sant'Antioco. Nessuno sapeva dov’era, nemmeno gli stessi inglesi sapevano nulla. Sembrava inghiottito nell'ignoto e in mancanza di ulteriori notizie, tutti continuavano ad inviare lettere e dispacci a Maddalena. Intanto Agostino, come sempre solerte e attento, continuava a inviare dei corrieri in gran segreto nella sponda opposta, in Corsica, nella speranza di catturare notizie sulla flotta francese. Le notizie arrivarono frammentarie, ma ciò che si seppe fu che la flotta francese aveva lasciato nuovamente Tolone, ma non si sapeva che direzione avesse preso; solo più tardi, dopo la data del 16, si venne a sapere dal Capitano Campbel, comandante di una fregata inglese che era apparsa nell'isola, che la flotta francese era passata a ponente dello stretto di Gibilterra e che lo aveva superato il giorno 6 dello stesso mese di Aprile. La notizia fu immediatamente rimbalzata dal Millelire a Cagliari. La squadra inglese, ignara, brancolò nel mediterraneo ancora per un mese. Lo stesso Nelson apprese la notizia che la flotta francese era transitata in Atlantico, da una nave neutrale che aveva incontrato nel suo girovagare a sud della Sardegna. Ma le cattive condizioni del mare, ancora una volta, non gli permisero di varcare lo stretto, se non nei primi giorni di Maggio, il giorno 6. ...erano giorni che non vedevo Agostino così preso com'era dalle attuali circostanze, la sua unica preoccupazione, dopo tutto, era quella di trasmettere quante più notizie riusciva a controllare, sempre nell' intento di poter essere utile all'Ammiraglio, pur mantenendo il dovuto distacco e la formalità del caso. Decisi allora di recarmi a casa sua e lo incontrai che stava uscendo, direi un pò scuro in viso. - "Agostino esclamai, qual buon vento, vi vedo alquanto preoccupato." - "Eh sì! A dire il vero un pò lo sono ." - “Eh si! A di u veru lu sogu!” (6) ...e guardando lontano in direzione del mare mi disse: - "Oggi, caro amico, ho appreso che i francesi si sono spinti in Atlantico già da tempo e nessuno sa dove sia la squadra inglese... chissà se l'ammiraglio Nelson ne è a conoscenza!" - “Oggi!
Amicu meu hagghiu saputu chi i francesi so sciurtiti in oceuanu, e da un
beddu po’ di tempu, ma nisciunu sa undi è arrimbata a flotta inglesi,
e se iddu sa di quista sciurtita!” (6) ...tutte le ombre e i dubbi di Agostino certamente erano giuste, ma le sentenze del perché o del come, sono sempre legate ai posteri, e noi, non possiamo fare altro che attendere. Per quanto riguardava il sottoscritto, per nulla influenzato da questi avvenimenti, pur contrastato nei sentimenti ,se parteggiare per l'una o per l'altra fazione, mi decisi a ritornare sui miei passi; avevo soggiornato nell'Arcipelago per più di un anno, era oramai giunto il momento di fare ritorno. Il giorno seguente intanto, mi appropinquai nel salutare Antonio per la sua cortesia nell'avermi condotto a pesca e poi, non da ultimo, avevo ordinato al Padre di farmi trovare pronto il (zimminu), una sorta di zuppa di pesce insaporito con degli aromi locali e abbondantemente annaffiato con dell'ottimo vino di vernaccia bianca. Non dimenticai certo di acquistare anche del pane (carasau), una sorta di sfoglia di farina gialla molto leggera che per la sua semplicità si può gustare con diversi cibi. Quella sera tornai alla locanda un pò su di giri, ma non per questo rinunciai a brindare col locandiere, divenuto anch'egli mio amico. Ricordo che alla notizia del mio prossimo rientro in continente, pur se dispiaciuto per tale occasione, mi regalò una bottiglia di (Filuferru), una specie di distillato locale simile alla grappa e molto forte, che metteva dentro il buonumore.
(6) le inflessioni riportate sono scritte in idioma dialettale Sardo Maddalenino
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