L'Arcipelago di La maddalena a cura di Alessandro BELLOTTO |
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La presunta amicizia col pseudo pescatore di Moneta di nome Antonio, mi è servita unicamente per introdurre un argomento parallelo ai fatti in questione e cioè: all'epoca, i veri Maddalenini (intesi come pastori della Corsica e primi abitatori delle isole dell’Arcipelago… denominate anche Carrugi) non erano molto propensi a dedicarsi all'attività della pesca in quanto, tale professione, chi la praticava, lo faceva più che altro a livello personale, nonostante le continue sollecitudini fatte a sostegno dell’attività ittica, da parte dal Des Geneys.Chi invece lo faceva sistematicamente erano i campani che, dopo tutto, ancor prima della proclamazione del Regno d'Italia, erano pur sempre degli stranieri. Eppure nei loro fondali, queste isole avevano una qualità di pesce degne di nota. Sempre per gli appassionati di statistica e/o per gli appassionati di pesca, allego una (appendice) di colorito interesse che mi è stata fornita dal mio fedele paladino Nicola. ma riprendiamo il racconto ...dunque, i giorni passavano, dannatamente veloci e sempre nella costante ricerca di nuove visioni. Per me quelle isole rappresentavano qualcosa di straordinario e di esse, si profilava la consapevolezza quanto mai interessante di conoscerne anche le abitudini e i costumi. Anche i mesi passavano, lasciandosi alle spalle le stagioni, ed io cominciai ad abituarmi, come tutti del resto, alle partenze e agli arrivi della flotta inglese, per cui vi furono solo poche occasioni per stare in compagnia di Agostino. Egli, comunque, era sempre in costante movimento e io ebbi a constatare, che queste alterne presenze, accentuavano ogni volta sempre più i problemi, sopratutto per gli approvvigionamenti. Agostino mi confermò che alcune delle derrate alimentari di cui le navi necessitavano, Nelson le faceva arrivare dal un suo fornitore di Napoli, un certo Archibald Macneill che, di volta in volta, le faceva trasbordare tramite un Brick; in particolar modo servivano ortaggi di cui l'isola e la vicina Gallura ne erano pressoché sprovviste; fece arrivare anche dei capi bovini vivi accompagnati s'intende dalla una adeguata scorta di biada, ed inoltre, in ottemperanza al consiglio del medico di bordo il Dr. Snipe, fervente sostenitore della dieta mediterranea, inviò anche a Napoli una corvetta, al comando del capitano Bolton, con una lettera d'ordine di acquistare alcune centinaia di libbre di maccheroni. - "Che strano... affermò Agostino, non avrei mai supposto che gli anglosassoni mangiassero maccheroni italiani". - “Chi
stranu! Mai avariu pinzatu chi l’inglesi magnessini maccaròni” ...certamente questa affermazione di Agostino mi lasciò alquanto perplesso, ma questa sua singolare certezza derivava dall'aver presieduto più di una volta alla somma mensa dell'Ammiraglio. Nella sua narrativa, Agostino, ebbe così a confidarmi quale fosse l'etichetta che si articolava nel convitto durante le soste in rada: alle due pomeridiane quando l'attività lavorativa veniva sospesa, la banda di bordo suonava sino all'ultimo quarto dell'ora, momento in cui intonava "the roast beef of old England", come una sorta di inno per dire che il pranzo dell'Ammiraglio era pronto, al ché, veniva servita la mensa che si articolava in tre portate tra cui, alcune volte, figuravano per l'appunto i maccheroni; era poi la volta del Dessert di frutta fresca e accuratamente scelta, il tutto naturalmente veniva abbondantemente accompagnato da alcuni vini pregiati, ivi compreso lo champagne e ancora, caffè e liquori. Al termine, i commensali, generalmente passeggiavano sul ponte conversando mentre la banda suonava ancora sino al tocco. Più tardi, dopo le sei, veniva servito il the e verso le otto veniva ancora servito del ponce con biscotti secchi e torta, subito dopo, veniva augurata la buona notte a sua signoria che si ritirava nei suoi alloggi. Or bene, una volta di più questa sua confidenza confermava la reciproca stima che accomunava entrambi questi uomini di diversa natura, estrazione sociale e cultura. - "caro Agostino, tutto questo vi rende lustro, sicuramente qualcuno vi invidierà per questo". ...e così dicendo scrutavo di nascosto la sua espressione per cercare di compenetrare i suoi pensieri. -"sapete: da quel che ho udito, credo che siamo prossimi ad una partenza definitiva. Corre voce che i francesi siano in procinto di mettere in atto un piano per invadere l'Inghilterra." - “lu sapeti? Aggiu intesu chi l’inglesi so pronti a partì difinitivamenti, curri a voci chi i francesi stanni pè invadi l’Inghilterra !” (4) ...di certo questo recondito pensiero di Agostino, assumeva quasi il tono dell'immediatezza e mai confidenza fu più vicina alla realtà.
(4) le inflessioni riportate sono scritte in idioma dialettale Sardo Maddalenino
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