L'Arcipelago di La maddalena a cura di Alessandro BELLOTTO |
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Un pò di Storia, quattro passi fra i ricordi La prima volta che approdai a Cala Gavetta presso l'isola della Maddalena era un giorno di Settembre del 1965. La giornata, sin dal primo mattino, appariva limpida e dolce, senza vento, strano a dirsi, poiché il tutto l'arcipelago di norma soffia sempre il vento, in prevalenza di maestrale, ma quel giorno regnava una calma assoluta che rese la breve traversata un vero incanto di colori. In quel lontano giorno trovai fortunatamente un passaggio sul ponte di un vecchio peschereccio comandato da un pescatore di poche parole, con il volto intriso dal sole e profonde rughe sulla fronte che segnavano il corso degli anni, gli occhi socchiusi per il riverbero guardavano lontano, ma le rudi mani lasciavano intuire un'abitudine atavica nel maneggiare il timone. "Haioo...sali a bordo" mi disse, levò gli ormeggi e salpammo dal piccolo porticciolo di Palau nel Nord dell'isola maggiore, la Sardegna, diretti in quel luogo di bellezze straordinarie. L'acqua cristallina lasciava trasparire il banco sabbioso dei litorali e man mano che il natante si allontanava dalla riva, l'acqua assumeva dei colori sempre più intensi, dal verde smeraldino sino al blu cobalto delle profondità marine; tutto d'intorno lasciava spazio alla vista di un insieme quanto mai fantasioso: dalle granitiche rocce color rosa lavorate dal vento e incastonate nella macchia mediterranea, ai cespugli di fichi d'india punteggiati di rosso, e, su nel cielo, stormi di gabbiani sembravano volare pigri negli spazi celesti. Sceso a terra, mi incamminai per le strette viuzze lastricate di pietra, resa liscia dal lento camminare che nel tempo ha visto transitare la storia. Pescatori, artigiani, poeti e vecchi Capitani, che hanno segnato coi loro passi le vestigia di questi luoghi cari al mondo di chi, come il vecchio Giuseppe, hanno amato e vissuto nella consapevolezza di appartenete ad un mondo che tutti dovrebbero conoscere e assaporare della sua essenza. Intanto con l'occhio del viandante osservo le case bianche, tra le cui facciate riecheggiava lungo la via il ticchettio degli zoccoli dei marinanti e più in là, nell'antico borgo arrivava il tranquillo vociare delle donne al mercato, cui faceva eco il festoso rincorrersi dei ragazzi giù sino alla riva marina, dove lo sguardo si perde lontano sullo specchio di mare calmo e lucente. Lungo il molo erano allineati alcuni pescherecci e alcune piccole barche, ed altri natanti a vela adatte alla circumnavigazione del mare interno. Oggi è giorno di festa, è giorno di riposo e la campana coi suoi lenti rintocchi, richiama le genti alla preghiera...
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