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"U-boot"  i battelli del mare sommerso

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

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Nuovi venti di guerra

 

    Le frustrazioni che attanagliarono il popolo tedesco dopo la grande sconfitta, secondo un dogma messo a punto da Adolf Hitler, dovevano in qualche modo essere cancellate ed anzi, era doveroso che la Germania si riprendesse la rivincita sugli eventi. 

     Il trattato di Versailles (1919) venne firmato nella famosa sala degli specchi dell'omonimo palazzo in Francia, esso fu una premessa per la creazione della "Società delle Nazioni",  organizzazione internazionale che fu fondata il 25 gennaio dello stesso anno e che aveva lo scopo di arbitrare i conflitti tra le nazioni prima che si arrivasse ad una ulteriore potenziale guerra ed inoltre, a seguito, negoziò una pace separata con la Germania con il  Trattato di Berlino del 1921, dove si  stabilivano le condizioni di pace fra la Germania Nazista e gli alleati, in altre parole ciò che veniva imposto in quanto a limitazioni e sanzioni economiche per le riparazioni di guerra che ammontavano a 33 miliardi di dollari al valore d'epoca, valore già stabilito dal trattato di Versailles stesso. 

     Il trattato inoltre stabiliva delle grosse limitazioni alle forze armate tedesche col divieto assoluto di costruire sommergibili. E qui, stava uno dei noccioli della questione. Il nuovo cancelliere appena nominato, per l'appunto Adolf Hitler, assaporava quanto mai l'idea di sollevare la Germania dal giogo di quel trattato. La sua politica fu un assolutismo nell'intraprendere qualsiasi azione utile a rafforzare e aumentare il suo potere, sia sul fronte interno al paese e sia in campo internazionale,  programmando uno spregiudicato aumento della potenza militare germanica, e in questo, Hitler, ebbe un formidabile alleato. Un alleato interno di grandi capacità intelletto e iniziativa e, sopratutto, capo e gestore di un impero industriale di non poche risorse, Gustav Krupp (vedi foto). Costui, quale fornitore di armamenti da oltre un secolo a molti eserciti europei, aveva legami e conoscenze con molti regnanti e capi di stato e, trovandosi la Germania nella impossibilità di produrre quanto desiderava, egli pensò di trasferire le proprie imprese all'estero. E in questo non perse tempo. Gia nel 1922 avviò delle trattative e inviò un primo gruppo di studio in Olanda, dove sarebbe stato impiegato per lo sviluppo e lo studio nel campo delle costruzioni navali; in realtà questo gruppo di ingegneri studiava la progettazione di sommergibili e ben presto cominciò a vendere questi progetti e le  competenze tecnologiche al Giappone, alla Spagna, all'Olanda stessa, alla Turchia, alla Finlandia. Sempre tramite le sue relazioni riuscì a importare gomma e altre materie prime dall'America. Nei propri cantieri cominciò a fabbricare motori diesel, batterie di accumulatori ed altre attrezzature, ivi compresi i periscopi. Tutti questo componenti  vennero poi  opportunamente trasferiti clandestinamente in Germania e immagazzinati. Quando nel 1935 il Führer si pronunciò contro il Trattato di Versailles denunciandolo di voler soffocare la Germania, i tedeschi erano già pronti per dare il via al riarmo e sul finire dello stesso anno nell'arsenale di Kiel si materializzarono ben 14 nuovi U-boot. Praticamente alla immediata vigilia della guerra la Germania disponeva già di una cinquantina di battelli e aveva già addestrato i suoi equipaggi sotto la direzione e il comando di Karl Dönitz. (vedi foto)

Nell'Agosto del 1939 più di 40 U-boot erano già confluiti nelle acque britanniche.

 

 

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