Nave
salvataggio Proteo A5310
La Nave salvataggio Proteo A5310 è una unità della Marina Militare le cui funzioni principali sono il soccorso ai sommergibili, il recupero di natanti affondati e operazioni di rimorchio per grosse unità di superficie . Costruttivamente lo scafo è costituito da una chiglia di tipo massiccio e fra le ordinate il fasciame è interamente chiodato. L’apparato di propulsione dei due motori è calettato, tramite giunto Vulcan-Tosi K240 e riduttore, ad un unico asse elica destrosa a 5 pale con un diametro di 4.40 m. con un timone di tipo ordinario a comando elettro idraulico. L’unità è oltremodo dotata di una campana di salvataggio per la fuoriuscita dell’equipaggio dai sommergibili in avaria e uno scafandro per immersioni subacquee di intervento fino a 120 m. di profondità, è dotato anche di una camera di decompressione per il trattamento di operatori subacquei colti da embolia. La camera iperbarica e la sua centrale di controllo sono recentissime con comando automatizzato controllato da softwares, ed è l’unica nave, assieme a nave Anteo, ad operare nel mediterraneo e in seno alla NATO. E’ predisposta per essere un eccellente sito per l’addestramento e la qualificazione del personale sia palombaro che sommozzatore abilitati agli alti fondali e perciò, è alle dirette dipendenze del COMSUBIN.
Lunghezza fra le perpendicolari 67.20 m.
Larghezza sezione maestra fuori ossatura 11.66 m.
Pescaggio: 4.20 a Pr. 6.70 a Pp.
Dislocamento 2048 t. a pieno carico
Velocità max. 16 nodi
Apparato di propulsione: 2 grandi motori marini Diesel “UDJ 6 KRUPP”
sovralimentati con turbosoffiante "Brawn Boveri"
Potenza: 2400 HP a 250 g/m asse cadauno
Armamento: 2 mitragliere da 20/70 mm.
Equipaggio: 8 Ufficiali
41 Sottificiali
67 marinai
Alcuni cenni storici.
L’Unita della Marina Militare è stata costruita dai cantieri navali riuniti di Ancona ma la sua storia e a dir poco un po’ inverosimile infatti: il varo dell’unità non ancora completamente allestita avvenne nel 1943, durante l’occupazione tedesca, questo perché si voleva evitare un’eventuale distruzione dello scafo. In seguito, nave Perseo, questo infatti era il nome che gli era stato assegnato al momento della sua impostazione, finì nelle mani dei tedeschi i quali la rimorchiarono a Trieste per ultimare il montaggio dei motori principali e per completarne l’allestimento. Ma nel settembre del 1944 gli stessi in fuga l’affondarono. Dopo la guerra la marina Inglese recuperò lo scafo e lo consegnò al governo Jugoslavo che, a sua volta, lo restituì all’Italia. In seguito, l’unità, fu riportata ad Ancona per essere riparata e nuovamente allestita. Fù varata il 2 Giugno 1951 con il nome di Proteo e fu poi consegnata alla Marina Militare Italiana il 24 Agosto 1951 ad Ancona. Da allora ha sempre svolto un servizio prestigioso quanto utilissimo, soprattutto nel ruolo delle sue specifiche mansioni.
Nel Novembre del 1982 a La Spezia è entrata ai grandi lavori per la rimotorizzazione della stessa e, alla data odierna, è tuttora in armamento e continua sempre nelle sue funzioni con i gruppi speciali subacquei e incursori, anche se non figura più tra le fila del nostro naviglio
1.) Divinità
marina dei Greci, dotato di poteri profetici, rivelava il destino soltanto a
coloro che sapevano costringerlo con la forza, malgrado egli assumesse gli
aspetti più strani.
2.) (Proteus
Anguinos) Anfibio che vive in profondità, urodelo, branchiato, dal corpo
cilindrico e dal colorito roseo, lungo 25 cm., col muso acuminato e la coda
appiattita circondata da una membrana a guisa di pinna. Gli occhi rudimentali
sono coperti da pelle. La bocca è ristretta e munita di piccoli denti. Vive
nell’America Settentrionale e in Europa e, più precisamente nell’Istria, si
trova abbastanza facilmente nelle grotte di Postumia in Slovenia.
3.) E’
il nome dato ad un satellite di Nettuno, scoperto nel 1989 dalla missione
“Voyanger 2”. E’ un corpo celeste elicoidale roccioso di circa 440 Km. e
assieme a Tritone rappresenta il II° satellite nella scala delle dimensioni.
( Ai tempi del mio imbarco su nave Proteo io ricoprivo il grado di Sotto Capo di macchina )
Alcune foto della nave e del sottoscritto a bordo (anni 60)
GALLERIA FOTOGRAFICA
Nave salvataggio Proteo A 5310 (anni 60)
sala macchina: testata del M.T.P. di Sn. (anni 60)
sala macchina: Il Capo macchina "Signor Giorgio Quattrini" (anni 60)
Ai tempi del suo imbarco ricopriva il grado secondo capo motorista navale
negli anni 60 è stato per cinque anni il diretto responsabile tecnico della manutenzione e della conduzione dei motori termici principali e di tutti i macchinari ausiliari ad essi collegati.
Il sottoscritto in sala macchine appoggiato alle leve di manovra
Anno 1967
Il sottoscritto in sala macchine accanto, la testata del cilindro
n° 6 del motore termico principale di Dr. (Anno 1967)
Il sottoscritto in sala macchine accanto al motocompressore San Giorgio
Con avviamento ad aria compressa ma con l'innesco a sigaretta
(Anno 1967)
Il sottoscritto sull’aletta di Plancia di Sn. accanto alla mitragliera da 20 mm. (anni 60)
il sottoscritto in locale gruppi elettrogeni con dei commilitoni
Foto del Proteo agli ormeggi a Trieste (anni 60)
Nave Proteo in bacino di carenaggio a Taranto
dritto di prora con le ancore a pennello (anni 60)
Torretta di osservazione per alte profondità (anni 60)
Simulacro (per esercitazione) Fungeva da sommergibile.
Notare il portello centrale (simile a quello di un vero smg.)
Sul quale interfacciava la Campana “Mc Cann” che serviva
per la fuoriuscita dell’equipaggio dal battello in avaria,
o comunque immobilizzato sul fondo.
Scafandro per immersioni Grandi Profondità (anni 60)
Il Secondo Capo Angelo Bonaccorsi palombaro e sommozzatore di Nave Proteo (anni 50/60)
Una curiosità
quasi attuale:
Alcune altre curiosità storico-sportive
L’ultima
curiosità storica.
Dal 1 Ottobre 2001 questa unità da salvataggio, dopo 53
anni di onorato quanto utilissimo servizio, è stata posta in riserva nella sede
di La Spezia e che in data 31 Maggio del 2004 è stata definitivamente disarmata
e contemporaneamente ceduta alla Marina Militare Bulgara con il nuovo distintivo
224 e dal l Giugno 2004, è nella nuova sede di Varna in Bulgaria, dove
continua egregiamente a svolgere il compito primario di ausilio ai palombari
per il salvataggio dei sommergibili.
(L'ultimo Comandante Italiano di Nave Proteo)
nave Proteo ai giorni d'oggi in navigazione nel golfo di La Spezia
foto gentilmente fornita dal C.te Maurizio Romano
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Quì si chiude la storia
di questa nave salvataggio, io credo sia leale e doveroso ricordarsi di
questa vecchia signora del mare, che in tutti gli anni di onorato servizio ha
visto alternarsi generazioni di marinai che in questa comune piattaforma hanno vissuto sofferto e gioito.
E' certo che per la sua attività, questa nave, ha saputo compiere dei servigi d'avvero indispensabili, sopratutto perché la
fierezza e gli animi di coloro che vi hanno preso parte sono sempre stati all'altezza
delle migliori tradizioni della Marina. Chi ha vissuto a bordo di questa nave ha
imparato ad amarla, pur
tra le molteplici difficoltà e/o nonostante tutto quello che vi può essere
stato di avverso, è stata sempre comunque e sicuramente una grande scuola di
vita. Ben venga quindi il ricordo di quegli anni ruggenti.
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a cura di Alessandro BELLOTTO