indice

Mediterraneo origini storiche della Marina

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

 

pag.  4  di  8

La guerra franco-piemontese

     

    Come abbiamo già sottolineato, il bacino del Mediterraneo ha sempre rappresentato un teatro di opportunità e di conquiste, ora: dal momento che la Sardegna era incuneata fra il continente italico e le coste della Francia rivoluzionaria, questa costituiva un contesto geografico di rilevante importanza, sia per i suoi approdi sia per la vicinanze della Corsica, quindi poteva costituire una comoda e sicura piattaforma per il controllo del mediterraneo  così, suo malgrado, la Sardegna fu coinvolta in un conflitto dalle mire espansioniste dei francesi. Siamo infatti nell'anno 1792 e dopo la destituzione di Luigi XVI°, successivamente ghigliottinato per alto tradimento, la Francia rivoluzionaria proclamò l'instaurazione della Repubblica e dichiarò guerra all'Austria, invase il Belgio e si impossessò di Nizza e la Savoia.  La Francia dunque, a questo punto pensò bene di invadere la Sardegna perciò, a tale proposito, il direttivo delle operazioni pensò di approntare un corpo di spedizione affidandolo al contrammiraglio Truguet, allora comandante della flotta del mediterraneo, e al Generale Anselme, quale coadiutore delle forze terrestri.

    Vittorio Amedeo III° e tutto il gabinetto erano talmente presi dalle circostanze terrestri che sottovalutarono completamente la potenzialità di uno sbarco nell'isola, pertanto non approntarono una adeguata difesa e/o quanto mai un'impronta di difesa. Come già sappiamo il regno di Sardegna aveva al suo attivo ben pochi legni, cioè navi, se escludiamo qualche brigantino e del naviglio minore, viceversa, la flotta francese al comando di Truguet, poteva contare su 5 vascelli di primo rango, 6 fregate, 6 corvette e altro naviglio minore. Il fronte della spedizione prevedeva di sbarcare nel sud della Sardegna, ma prevedeva anche uno sbarco di truppe al nord, proprio nell'Arcipelago della Maddalena, pertanto fu approntata una ulteriore forza di attacco che a tempo debito si attestò in Corsica per imbarcare truppe e rifornimenti. Fortunatamente per i difensori della Maddalena, questi equipaggi erano formati da una sorta di manigoldi indisciplinati e poco inclini a recepire ordini, molti dei quali furono reclutati all'ultimo momento, poco prima che la spedizione prendesse il mare. Questo fatto di secondaria importanza si rilevò poi determinante...e vedremo perché. A guidare la spedizione era il Generale Pier Paolo Colonna -Cesari ed era composta da ben 23 bastimenti tra cui figurano: una fregata, una goletta, tre feluconi da guerra, due polacche, due tartane e il rimanente convoglio era composto da gondole per il trasporto mercantile. 

     Di contro, per la difesa dell'Arcipelago, la piccola Marina Sarda disponeva di alcune gondole con le quali pattugliava lo stretto di Bonifacio e due mezze galere (vedi appendice) la "Santa Barbara" e la "Beata Margherita" acquistate a suo tempo a Napoli rispettivamente negli anni 1782 e 1783 inoltre, a fronte di ciò, la Maddalena era anche provvista di due postazioni di piccoli cannoni posti nei forti di S. Andrea e Balbiano adibiti alla difesa costiera. Ma ciò che di più desta interesse in questa vicenda storica, è il fatto che a comandare le artiglierie francesi che riuscirono poi a sbarcare nell'isola di S. Stefano, era Napoleone Buonaparte, allora misconosciuto, che ricopriva il grado di luogotenente colonnello della guardia nazionale corsa. 

Attacco all'Arcipelago

     Dal rapporto che fu redatto dal capitano Felice  de-Costantin, comandante del regio armamento, in data primo Marzo 1793 e diretto al governatore di Sassari,  si può apprendere quanto segue... ecco quindi la trasposizione tradotta degli avvenimenti:

...Le forze preponderanti francesi, la mattina del 22 febbraio del 1793, diedero fondo nella rada di Mezzoschifo sulla costa sarda  prospiciente l'isola della Maddalena,  e già sul fare del mezzodì dello stesso giorno incominciarono i primi scontri di cannoneggiamento tra la Fregata ammiraglia e il fortino di Balbian; subito accorsero in aiuto le mezze galere "Santa Barbara" e "Beata Mrgherita" coadiuvate anche dal tiro del forte S. Andrea;  purtroppo questo non impedì uno sbarco nemico nella vicina isola di S. Stefano ad opera di due feluconi e di alcune gondole (vedi stampa). La torre di difesa venne presto sopraffatta cosicché i Gallo-Corsi al comando di  Napoleone vi si attestarono con i propri cannoni da campagna e il mattino seguente, il giorno 24,  cominciarono a bombardare La Maddalena (vedi foto uno) seminando panico e distruzioni.  La Maddalena in tali circostanze era difesa da 150 soldati di ordinanza e da 300 miliziani tutti molto determinati. Intanto, durante la notte del 24, ad opera del nocchiero Domenico Millelire, fratello del futuro governatore dell'isola, Agostino Millelire, con l'ausilio di una gondola e coadiuvato da alcuni isolani,  trasportò uno dei cannoni di forte Balbian in una località della costa sarda, e precisamente nella punta di capo d'orso presso Palau, nel tentativo di sferrare un contrattacco verso S. Stefano, cannoneggiando a loro volta gli invasori. Il piano riuscì, nel frattempo, sempre ad opera del Millelire, fu messa in opera una scialuppa armata con la quale l'ardimentoso maddalenino intendeva attaccare il naviglio nemico puntando verso la cala di Villamarina nell'isola di S. Stefano coadiuvato nell'azione dall'ausilio delle mezze galere. Orbene, questa operazione causò uno scompiglio sulla fregata francese "Fauvette" che si ritirò precipitosamente verso Caprera, scompaginando i piani già messi a punto dal Generale Colonna-Cesari che prevedevano uno sbarco proprio a La Maddalena durante la notte del giorno 25. Ma questa volta il destino fu magnanimo perché la storia ci riporta che, inaspettatamente, l'equipaggio della fregata, temendo l'azione delle mezze galere sarde ebbe paura e si ammutinò... a nulla valsero le suppliche del Colonna per dissuadere gli uomini nel desistere dal loro atteggiamento, questi non lo ascoltarono... e,  incalzati dal tiro di bombe infuocate sparate dai maddalenini, fecero definitivamente vela verso la Corsica. 

      Questo fatto imprevisto lasciò Napoleone ed i suoi artiglieri privi di copertura e, gioco forza, fu sollecitato dal Colonna a ritirarsi in gran fretta,  lasciando nell'isola alcuni pezzi di artiglieria munizioni e salmerie. Fu sicuramente un atto di codardia,  ma che nulla tolse agli eroismi messi in atto dai valorosi  difensori: dal Millelire al capo dei cannonieri Moran e all'azione di molti altri, ivi comprese le azioni marinare compiute dalla piccola squadra navale al comando del capitano Felice De Costantin imbarcato sulla mezza galera "Beata Margherita" e dalla consorella "Santa Barbara" posta al comando di Vittorio Porcile, altro ardimentoso marinaio che si distinse nella lotta. Oltre a questi legni, la modesta forza marittima poteva contare anche su tre galeotte e altre imbarcazioni minori. Dunque, la spedizione francese rinunciò all'impresa anzi, i belligeranti se ne andarono sconfitti e l'intero Arcipelago poté così cantare vittoria.

    Non di meglio andarono le cose nel sud della Sardegna, nonostante la preponderanza delle forze francesi, e nonostante che questi ultimi si proclamassero dei portatori di libertà e non dei conquistatori. I Sardi opposero una accanita resistenza dimostrando una volontà assoluta nella difesa del loro territorio, specie da parte dello stamento dei miliziani, cosa questa che i francesi non si aspettavano minimamente anzi, nonostante un inizio favorevole e un primo sbarco di truppe sull'isola di S. Pietro e in quella di Sant'Antioco, dove per altro vi rimasero per alcuni mesi... ne uscirono sconfitti, quasi in un modo rocambolesco, come una sorte di beffa del destino, e se ne andarono così come erano arrivati, lasciando la Sardegna al suo destino. 

Considerazioni

     Ciò che è più giusto sottolineare nella storia di questi avvenimenti, è un fatto di estrema importanza e che fu mal interpretato dai francesi... a questo punto però bisogna fare una  precisazione ovvero: il depositario dell'idea che portò i francesi a programmare l'invasione delle coste sarde fu un certo Antonio Costantini, corso, che con il suo accanimento di volersi impossessare a tutti i costi delle isole dell'Arcipelago, si adoperò a tal punto da paventare persino una rivolta da parte dei Bonifacini. Questi ultimi infatti, proprio in occasione dell'anniversario della presa della Bastiglia, il 14 Luglio, riunirono il Consiglio Generale di Bonifacio e deliberarono, all'unanimità,  un'istanza indirizzata all'Assemblea Nazionale nella quale si ribadiva l'intenzione di... recuperare ed avere l'isola de La Maddalena ed adiacenti, alle bocche di Bonifacio...queste le testuali parole, e concludeva apponendo la loro assoluta fiducia al suddetto Costantini, quale loro rappresentante. Fu così che l'annosa questione sardo-corsa approdò su più vasta scala nelle mire della guerra contro il Piemonte. Costantini oltre tutto puntava il dito sul fatto che un piccolo contingente di uomini con qualche cannone, ben appostati in quei siti, potevano tener testa e precludere eventuali avvicinamenti delle loro navi alle coste della Sardegna, peraltro, insisteva anche sul fatto che i maddalenini, anch'essi di origine corsa, non avrebbero avuto alcuna remora ad unirsi all'altra sponda anzi, sempre a detta del Costantini, sarebbero stati lusingati a transitare sotto le insegne della Francia. Ecco: quest'ultima  convinzione sottoscritta dal latore corso, stranamente, galvanizzò il direttivo delle operazioni nel conglobare anche la Sardegna nei piani di guerra. Ma cos'era avvenuto di così importante negli atteggiamenti dei maddalenini, tanto da non condividere le idee così innovative in quanto a libertà !? 

     Ebbene, in essi era maturata la consapevolezza di appartenere ad una nuova identità sardo-piemontese, una sorta di coscienza nazionalista legata alla casa Sabauda e non più corsa. Le primitive radici tribali del tessuto sociale si erano trasformate, decennio dopo decennio, ed avevano sviluppato nuovi principi e nuovi atteggiamenti, e questo, fu la causa del fallimento francese. Quando sul fare della guerra La Maddalena si trovò ad affrontare un nemico, lo fece per onorare il proprio re mantenendo fede ai nuovi vincoli. La stessa coalizione locale sentì anche il bisogno di un proprio vessillo che inneggiasse al loro inviolabile diritto di difendere i loro beni i loro cari e il patrio suolo su cui ora vivevano. Il capitano della piazza della Maddalena, Giuseppe Maria Riccio, originario della Gallura, ben conoscendo il temperamento sardo, seppe infondere ancor di più lo spirito combattivo dando loro un vessillo su cui si raffigurava la Santa Maria Maddalena che prega il Cristo Crocefisso, l'orlo del suo mantello raffigurava l'isola e ai lati il motto..."Per Dio e per il Re,  vincere o morire". (vedi foto due)

     Le motivazioni appena descritte però, fanno parte di quella che si può definire "la storia ufficiale" in realtà ne esiste anche un'altra, meno eclatante, una motivazione "ufficiosa" che forse dal punto di vista politico è risultata altrettanto efficace, ma che sicuramente lo è un pò meno sul piano morale o perlomeno fu  mascherata molto bene dietro una facciata di opportunismo. A questo punto è doveroso quindi fare una precisazione... gli antichi abitanti dell'Arcipelago non avevano tutti le medesime origini, molta parte di essi infatti proveniva dalla Corsica, e nella stragrande maggioranza erano dei fuoriusciti politici e/o fuoriusciti per motivi di carattere delittuoso insomma, dei fuorilegge, o perché praticavano il contrabbando, ragion per cui fomentavano nel proprio animo un atteggiamento di avversità quanto mai spiccato nei confronti della Corsica  e che deponeva a favore dei Savoiardi. C'è una certa frase che fu pronunciata a proposito da tale Pietro Millelire, proprio in occasione di quando i duchi di Savoia misero piede per la prima volta sul suolo delle isole intermedie e che recita..."Viva chi vince" a sottolineare l'intenzione da parte dei locali di non creare ostacoli all'insediamento di un nuovo governo, non tanto per un vero attaccamento, ma per sostituirlo a quello  "Francese",  allontanando così ogni pretesa nei confronti dei fuoriusciti per fare di essi giustizia secondo il principio di chi..."LIBERTA' VA CERCANDO CHI SA CHE PER LEI VITA RIFIUTA"!?

 

precedente                                         successiva