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Mediterraneo origini storiche della Marina

a cura di Alessandro BELLOTTO

 

 

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Biografie a Confronto 

     

     A questo punto della vicenda storica della quale ci siamo occupati, viene quasi d'obbligo il dover fare delle considerazioni e principalmente riferite a due personaggi storici che in qualche modo sono stati coinvolti, parallelamente, in molti episodi di una comune lotta, sia  per la sopravvivenza stessa del loro rispettivo paese e sia per aver avuto dei comuni approdi legati alla loro professione in quanto ufficiali di Marina. Sinceramente io credo che raffrontare le  personalità di due uomini di spessore quali sono stati:

Horatio Nelson e Andrea Des Geneys

possa rivelare quanto questi uomini tanto uguali per similitudine d'immagine, nella realtà, fossero tanto dissimili l'uno dall'altro. L'uno, di qualche anno più vecchio, entrò in Marina a soli 12 anni, a similitudine dell'altro, anch'esso arruolato a 12 anni, ed entrambi di casta nobile. Ci troviamo di fronte due aspetti di vita diametralmente opposti, ciascuna delle quali radicata nelle proprie culture e con una visione e un apprendimento marinaresco  estremamente diversi. Nei primi loro anni di vita trascorsa in mare, entrambi questi giovani promettenti, ebbero il battesimo del fuoco e crebbero nella disciplina più ferrea e la loro giovinezza seguì l'onda degli avvenimenti, e il destino, molti anni più tardi li condusse a indossare quelle alte responsabilità da cui dipese la vita di molti uomini e da cui dipese anche l'avvicendarsi della storia. Nelson fece parte della flotta più potente del mondo, mentre Des Geneys crebbe fra le ristrettezze della più povera. L'inglese crebbe assimilando le strategie di una alta  tradizione marinara che lo resero grande per le sue tattiche; il piemontese maturò una straordinaria capacità organizzativa senza eguali. Certo entrambi erano di carattere fermo con l'animo proteso al coraggio, entrambi erano scevri dal gestire favoritismi e sapevano farsi rispettare rispettando. Erano uomini carismatici con un innato senso della comunicativa, specie con i loro subalterni... ed erano amati per questo. La loro immagine ancora oggi rispecchia quell'assolutismo legato al proprio paese e alla fedeltà assoluta, che pervase la vita di entrambi e che fu proverbiale nel tracciare le loro rotte. Se l'uno costruì le proprie vittorie per la patria, l'altro costruì una Marina per la difesa del proprio paese. Entrambi vissero negli avvenimenti che li videro coinvolti in una simbiosi parallela accomunata da un solo nemico, Napoleone Bonaparte, che seppero affrontare e contrastare ciascuno a modo suo, e pur apprezzandosi l'un l'altro, stentarono a comprendere quella parte di loro stessi che li rendeva affini nel destino. Anche quando erano vicini evitarono accuratamente ogni rapporto, ciascuno arroccato nel proprio seggio di comando. Forse la diffidenza che in un certo qual modo si insinuò nell'animo del Des Geneys nei confronti di Nelson, derivo dal fatto che lo stesso Nelson, dall'alto delle sua potente flotta, propose al Vicerè di Sardegna di porre le piccola flotta Sarda sotto il suo comando; forse questa mancanza di tatto dimostrata nei confronti del collega Piemontese, tracciò i sensi del contrasto tra loro. Questo essenzialmente dimostrò, quanto l'Ammiraglio Inglese fosse lontano dal comprendere quale fosse il vero carattere orgoglioso e oramai nazionalista dei Sardi e dello stesso Des Geneys. Forse la visione stessa di una supremazia su tutto il mediterraneo nell'intento assoluto di bloccare Napoleone, aveva reso Nelson troppo intraprendente. E lo dimostrò anche quando propose al suo governo di trattare la cessione della Sardegna in cambio di 500.000 sterline, certamente anche questo deliberato interesse lo rese poco visibile agli occhi del Des Geneys. Di fatto però non smisero di collaborare e spesso si trovarono uniti nella comune sorte di fronte al loro comune avversario. Nelson alla fine coronò la sua vita consacrandola ad una grande vittoria, Des Geneys la dedicò alla costruzione di un avvenire che ancora oggi vive. Quello che è sopravvissuto di entrambi nel tempo sono state la concretezza delle loro azioni e il fatto di aver affermato, aldilà di ogni ragionevole dubbio, quanto sia importante il potere marittimo,  e consegnando i loro nomi alla sacra storia.

 

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