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HARRIER II

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     Il ventitré agosto 1991 Nave Garibaldi è ormeggiata nella base di Norfolk, Virginia (U.S.A.), sul ponte di volo l'equipaggio dell'unità e una piccola tribuna per gli ospiti militari e civili, tutti in trepidante attesa; il fischio lacerante di due aviogetti rompe il silenzio ed appaiono due TAV-8B Harrier II che effettuano un passaggio a media quota sulla nave, per poi compiere una virata che li porta sul circuito di appontaggio. Appontaggio

    Ai comandi dei velivoli due Capitani di Corvetta italiani, il C.C. Giuseppe Cavo Dragone ed il C.C. Vincenzo Izzi, che conducono dolcemente i due TAV-8B sul ponte di volo di Nave Garibaldi; è un momento storico: i due aerei sono i primi velivoli ad ala fissa della Marina Militare che così corona il sogno, accarezzato ed inseguito per oltre sessanta anni, di disporre di una propria componente aerea autonoma.
   La Legge N.36 del 1 febbraio del 1989, più nota come "Ali alla Marina", aveva infatti consentito alla Marina Militare di dotarsi di una componente ad ala fissa da impiegare a bordo di Nave Garibaldi per la protezione della flotta.

    
In relazione all’assenza di catapulte per il decollo degli aviogetti ed alle dimensioni del ponte di volo dell'incrociatore portaeromobili italiano, la scelta dello Stato Maggiore della Marina Militare si indirizzò necessariamente su aerei STOL/VTOL e dunque, sull'Harrier.


    
Di questo velivolo rivoluzionario, nato negli anni sessanta, sono state sviluppate diverse versioni, terrestri ed imbarcate, che sono entrate in servizio con le forze aeree inglesi, spagnole e americane; nel 1979 la McDonnell Douglas, un’azienda americana che aveva acquisito i diritti di sviluppo dell’aereo, decise di realizzare con l'inglese Bae una versione potenziata del modello AV-8A che, già in servizio con i Marines americani, aveva presentato alcuni limiti operativi.


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