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Alessandro F. Kineith

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 Alessandro  F.  Kineith

 

Il Capitano Griffith

 

romanzo

 

 

"Battle of Lake Erie" dipinto ad Olio

by William Henry Powell (1823 – 1879)

 

Avventure sui mari

(Vol. V°)

 Edizione 2016

  

 

Antefatto

 Il West

Ai tempi della colonizzazione americana, una volta superati i monti Appalachi situati nella parte orientale del nord d’America, tutto il territorio che si estendeva ad Ovest del Mississippi era definito il Far West, lontano e selvaggio, dove tutto era ancora da scoprire e dove tutto era possibile e chiunque vi si avventurasse poteva viverci liberamente anche se, oltre quella frontiera vigeva la legge del più forte.

Il West dunque, rappresentava quanto di meglio si potesse immaginare come prospettiva di conquista, da effettuarsi sia con la forza di volontà sia con l’ausilio delle armi. A dispetto delle condizioni ambientali non sempre favorevoli, le vicende umane legate a quell’immenso territorio sono innumerevoli; pionieri, esploratori, cow boy, pellegrini, coltivatori, cercatori d’oro e banditi o di chiunque altro si trattasse, per decenni tutti quelli che si avventuravano in quel territorio dovevano anzitutto confrontarsi con i nativi, che da migliaia di anni vi erano vissuti da uomini liberi: i pellerossa o per meglio dire, gli Indiani d’America.

Ebbene, questo popolo antico quanto fiero, abitava l’America da prima di chiunque altro, ed anche se la loro provenienza è ancora da considerarsi incerta, la storia antropologica di questo popolo risale ai tempi delle grandi migrazioni umane, quando ancora non esisteva lo stretto di Bering e l’Asia e l’America erano unite tra loro. Da quel dì, i loro primi contatti col resto del mondo risalgono all’anno mille d.c. per merito dei Vichinghi, senza però che questi contatti avessero un seguito.

Tuttavia sappiamo per certo quale sia stata la svolta decisiva che ebbe la loro esistenza circa quattrocento anni più tardi, a seguito della scoperta di Colombo, nel 1492, che nella convinzione di essere sbarcato nelle Indie orientale chiamò questi popoli, indiani.

Tutto questo ci porta a pensare al ben noto e tragico epilogo delle cinquecento nazioni che popolavano quelle terre, poiché nel breve lasco di qualche decennio furono quasi decimate e relegate in riserve per lasciare spazio ai nuovi conquistatori, i coloni,  spinti sempre più avanti da un irrefrenabile bisogno di terre da coltivare e da conquistare, che dilagarono senza mai fermarsi verso l’interno sino a raggiungere le estreme sponde del Pacifico, creando nuove piste che per decenni hanno visto incolonnarsi innumerevoli carovane che trasportavano migliaia di persone in cerca di fortuna. Ebbene, fu inevitabile che la sete di conquista da parte degli Europei e la colonizzazione sfrenata che ne conseguì, addivenissero ad un progressivo scontro con le tribù indigene che vivevano in quelle terre. Dietro tutto questo però, non vi erano solamente le orde dei coloni; dietro a tutto questo si celavano le politiche messe in atto dal governo americano, che difendendo questi ultimi costringeva gli indiani a arretrare sempre più verso l’interno sradicandoli dai loro abituali insediamenti di vita.

Non di meno era quello che stava accadendo lungo la frontiera canadese, dove già da tempo si erano asserragliati dei latifondisti Inglesi, che a spese degli indiani cercavano di accaparrarsi grandi appezzamenti di terra, specie nella zona cuscinetto dell’Indiana non ancora ben definita e dove, tramite l’inganno e false promesse cercavano di coinvolgere le tribù locali a coalizzarsi tra loro per combattere i coloni, al solo scopo di salvaguardare i propri interessi e quelli del loro Governo, che da tempo stava lavorando per fiaccare l’idea espansionistica dei tredici Stati, che a loro volta miravano ad espandersi verso Nord intenzionati a cacciare definitivamente gli Inglesi dal Canada e impadronirsi del territorio dei grandi laghi.

Gli Indiani quindi, partecipano a questa guerra spinti da un senso libertario, giacché avevano oramai intuito che il termine “Colonizzazione” altro non era se non un modo subdolo per legittimare i valori etici e culturali dei bianchi, ritenendoli di gran lunga superiori ai quelli dei nativi e ciò, significò l’inizio di un progressivo annientamento di un antico popolo dalla pelle rossa, soffocando antiche tradizioni che si perdevano nella notte dei tempi e annichilendo per sempre un antico spirito combattivo, strettamente legato alla caccia alla raccolta e alla libertà, che costò sangue e morte.

Ed è qui, che sale alla ribalta uno dei tanti Capitani di ventura che i quegli anni, anche se indirettamente,  contribuì ad alimentare i venti di guerra fra le opposte fazioni governative, dietro le quali interagivano ingenuamente i nativi.

 

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