I
leggendari Clipper a cura di Alessandro BELLOTTO
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La corsa del 1866
Forse
la gara più spettacolare che sublimò le grandi corse dei Clipper, fu
proprio quella che li inglesi definirono
“la grande corsa del tè del 1866”. Fu un fatto davvero fortuito quanto eccezionale che all’ancoraggio nella rada della Pagoda a Foochow, in Cina, vi fossero tanti tea Clipper in attesa di caricare i nuovi raccolti della fragrante pianta. Per l’esattezza erano ben 16 e precisamente: l’Ariel, il Teaping, il Fieri-Cross, il Serica, il Taitsing, il Falcon, il Coulnakyle, l’Ada, il Belted Will, il Golden Spur, il Pakwan, il White Adder, lo Yahgtze, il Bleck Prince, il Chinaman, il Fluing Spur. Fra tutti però, i protagonisti più diretti che ressero le fila della gara furono: il Serica di 708 T. varato nel 1863 e comandato dal Capitano Gorge Innes; il Fiery-Cross da 888 T. comandato del Capitano Richard Robinson, già vincitore di regate precedenti; il Taising da 815 T. al suo esordio col Capitano Daniel Nutsford; il Teaping 767 T. comandato del Capitano Donald Mckinnon ed in fine l’Ariel da 853 T. sempre al comando del Capitano John Keay, il quale, riferendosi al suo Clipper diceva: “Posso contare su di lui come su un essere vivente”. Ma per descrivere, anche se pur brevemente, come si sono svolti gli avvenimenti, bisogna prima fare una breve precisazione ovvero: la collocazione nelle stive del carico di tè, suddiviso in balle, era cosa ardua e di non facile soluzione che richiedeva occhio ed esperienza, poiché proprio dall’ottima sistemazione del carico, dipendeva poi l’assetto di tutta la nave. Una disuguaglianza poteva influire, e non di poco sull’andatura. Va detto ancora che, oltre al carico, il bilanciamento si otteneva spostando opportunamente della ghiaia disposta sopra i pani di ghisa della zavorra fissa. Dunque: il primo a sigillare i boccaporti con 500 T. di tè nelle stive fu l’Ariel, era il 28 di Maggio e il Capitano John Keay salpò l’ancora per discendere il fiume Min al rimorchio. Sfortunatamente incontrò subito non pochi problemi, proprio a causa dell’imperizia del comandante del rimorchiatore e per la lentezza dello stesso e, al colmo della rabbia, proprio in quelle cisrcostanze si vide sorpassare dal Fiery-Cross trainato da un rimorchiatore più veloce. Quando finalmente l’Ariel poté prendere il largo, il Fiery-Cross era già lontano nel mar della Cina, per di più, il Teaping il Serica e il Taitsing oramai erano vicine. Subito il Capitano Keay si accorse che l’assetto della nave non era quello giusto, troppo appruata, così fece spostare della zavorra verso poppa: ancore catene e pani di ghisa, fece persino spostare delle casse dentro la sua cabina. Poco importava, dal momento che era abitudine dei comandanti di Clipper, passare gran parte del giorno e della notte sul cassero in modo da tener sotto controllo la situazione. Finalmente il primo di Giugno, Keay spiegò al vento tutto quello che aveva compresi tutti i coltellacci, lasciò scadere alla sua sinistra lo stretto di Formosa e puntò dritto sul mar della Cina meridionale, costeggiò la Malesia e poi Sumatra e si infilò nello stretto della Sonda ed entrò nell’oceano Indiano. Erano trascorsi 21 giorni dalla partenza. In quel momento il Capitano Keay ancora non sapeva che il Fiery-Cross era passato il giorno prima. Entrambe le navi puntarono sulle isole Maurizius sospinte dagli Alisei di Sud Est. Nei cinque giorni successivi anche il Teaping, il Serica e il Taitsing attraversarono lo stretto lanciandosi a loro volta all’inseguimento sull’oceano indiano. Intanto la notizia del loro passaggio attraverso lo stretto, rimbalzò da Giava a Londra, suscitando l’entusiasmo degli scommettitori Inglesi. Ma per l’Ariel i guai non erano finiti, dal giornale di bordo infatti risulta che stavano imbarcando acqua dallo scafo da due giorni, e qui viene segnalata la data del 25 Giugno, per di più, si erano schiantati due alberetti per l’eccessivo sforzo che fecero rallentare la nave. Fortunatamente la regolarità degli Alisei di Sud Est sospingevano i Clipper così velocemente tanto da superare i mercantili panciuti e lenti. A questo punto il Capitano Keay non aveva idea di chi fosse o meno in testa, aveva perso i contatti con i rivali e la sua preoccupazione accresceva. All’alba del primo di Luglio Keay avvistò le isole Mauritius, solo 11 giorni dopo aver attraversato lo stretto della Sonda e non poteva certo sapere di avere un giorno di ritardo nei confronti del Fiery Cross. Nel mese a seguire doppiò il Capo di Buona Speranza e si diresse verso Nord Ovest, sempre sospinto dalla costanza degli Alisei, lasciò scadere alla sua sinistra l’isola di S.Elena ed entrò nelle calme equatoriali il 4 di Agosto, in contemporanea al Fiery-Cross e al Teaping. Superato lo scoglio delle bonacce, la navigazione dei Clipper proseguì verso Nord; lasciarono alla loro destra le isole di capo verde e puntarono sulle Azzorre, qui, entrarono nella zone dei venti occidentali, attraversarono il Golfo di Guascogna e si infilarono nel canale della manica. Oramai eravamo ai primi di Settembre e all’alba del giorno 5, l’Ariel, era in vista della costa meridionale dell’Inghilterra e pensò di avere vinto ma, sorpresa: il Capitano Keay scorse sottovento uno dei concorrenti, si trattava del Taeping che stava rimontando la distanza. I due Clipper rivali attraversarono lo stretto di Dover e virarono presentandosi alla foce del Tamigi quasi appaiati e agganciarono il rimorchiatore per risalire il fiume sino ai Dock di attracco. A questo punto Keay calcolò che sarebbero arrivati con la bassa marea, così rallentò progressivamente lasciando avanzare il Taeping che arrivò così con circa un’ora in anticipo e dovette dar fondo all’ancora, di contro, l’Ariel arrivò al momento dell’inversione della marea, così facendo sorpassò l’avversario che, nel frattempo, stava salpando l’ancora. A questo punto Keay pensò davvero di aver vinto, anche perché il suo punto di attracco era più vicino rispetto a quello di Mckinnon, il Capitano del Taeping. Ma non era ancora detta l’ultima, infatti: la marea non era sufficientemente rimontata per consentirgli l’attracco, ci volle ancora più di un’ora prima che l’Ariel potesse ormeggiare, giusto il tempo che permise al Taeping, che pescava meno, di attraccare per primo. La scommessa era persa per soli 23 minuti, il Teaping aveva vinto, ma quello che risultò essere stupefacente, fu il fatto che tre bastimenti partiti quasi in contemporanea dalla Cina, entrassero nel porto di Londra con la stessa marea infatti, il Sereca, attraccò di lì a un’ora.
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